NEWS:

Migranti, fa l’esame d’italiano al posto dell’amico. Denunciato 40enne senegalese a Cesena

E' successo a Cesena: l'uomo, scoperto, ha confessato che stava provando ad aiutare un amico a ottenere il permesso di soggiorno

Pubblicato:25-07-2017 12:09
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:33

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

BOLOGNA – Ha provato a sostenere l’esame di italiano al posto di un connazionale, ma l’inganno è stato scoperto e e la Polizia municipale di Cesena lo ha denunciato per sostituzione di persona, falsa attestazione a pubblico ufficiale ed altri possibili reati. Protagonista della vicenda un quarantenne senegalese. A smascherarlo gli agenti del nucleo Pronto Intervento nel corso di un controllo effettuato durante lo svolgimento dei test di lingua per il rilascio del permesso di soggiorno, organizzato dalla Prefettura di Forlì-Cesena. L’uomo si è presentato al posto di un compatriota della stessa età, che molto probabilmente conosceva meno la lingua e per questo temeva di non superare l’esame.

Al momento della registrazione, il senegalese ha fornito il nome e, soprattutto, i documenti dell’altro, ma l’esaminatore si è insospettito perché le sue caratteristiche somatiche non erano propriamente coincidenti con quelle dei documenti. Da qui la segnalazione alla Polizia municipale che ha effettuato ulteriori verifiche, evidenziando nuovi elementi di dubbio circa l’identità dichiarata. A quel punto il senegalese, messo alle strette, ha confessato di essersi sostituito a un amico per cercare di aiutarlo a ottenere il permesso di soggiorno.

L’INGANNO RISCHIA DI COSTARE CARO A ENTRAMBI

Il sotterfugio messo in atto rischia di costare molto caro a entrambi. In particolare, l’uomo che si è presentato all’esame è stato denunciato dai poliziotti locali con l’accusa di sostituzione di persona (che prevede la reclusione fino ad un anno) e per falsa attestazione e dichiarazione sulla identità ad un pubblico ufficiale (prevista la reclusione da 1 a 6 anni). Inoltre a carico di entrambi potrebbe scattare l’ulteriore ipotesi di tentata truffa (prevista la reclusione da 6 mesi a 3 anni) nel corso delle procedure per ottenere il permesso, visto che uno dei requisiti fondamentali è proprio quello di aver superato positivamente l’esame di conoscenza dell’italiano.


“L’episodio- commenta il sindaco, Paolo Lucchi- può far sorridere, perché richiama alla mente gli espedienti che pressoché tutti gli studenti cercano di attuare per superare le prove scolastiche. Ma, in realtà, si tratta di una cosa molto seria, e vale la pena di ribadire che le regole sono uguali per tutti e vanno rispettate, sempre”.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it