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Migranti, Toninelli: “Nostra Guardia Costiera meriterebbe Nobel per la pace”

"Nessuno può permettersi di accusare un corpo valoroso come la Guardia Costiera di voltarsi dall'altra parte o di non voler salvare vite umane"

Pubblicato:25-06-2018 09:29
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:18
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ROMA – “Nessuno può permettersi di accusare un corpo valoroso come la Guardia Costiera di voltarsi dall’altra parte o di non voler salvare vite umane. I suoi uomini hanno messo in sicurezza circa 600mila persone soltanto negli ultimi quattro anni e continuano a impegnarsi in un lavoro difficilissimo nel Mediterraneo”. Lo scrive su facebook Danilo Toninelli, ministro delle Infrastrutture e dei trasporti.

“I messaggi cosiddetti circolari, di cui si scrive e si parla a vanvera in queste ore- aggiunge-, sono la naturale conseguenza tecnico-operativa del lavoro di rafforzamento fatto in questi anni sulle istituzioni e sugli apparati libici da parte dei governi italiani che hanno preceduto il nostro. Governi formati da politici tra i quali qualcuno, oggi, fa finta di dimenticare quello stesso lavoro. La guardia costiera libica sta operando dei salvataggi che sono naturale conseguenza dell’addestramento e rafforzamento voluto dai miei predecessori in sede di Commissione Europea”.

“La Libia ha un governo riconosciuto dalle Nazioni Unite e ospita un’ambasciata italiana che i miei predecessori hanno voluto prima di me- dice ancora-. Nel frattempo, il nostro dialogo con le organizzazioni umanitarie come Unhcr o Oim, presenti in Libia, è sempre stato continuo e proficuo. E sarà ulteriormente intensificato per aiutare i libici a consolidare lo stato di diritto sul loro suolo. La nostra Guardia Costiera meriterebbe addirittura il Nobel per la Pace in ragione dello sforzo che ha fatto e che continua ad affrontare. Noi non ci voltiamo mai dall’altra parte, ma aiutare la Libia a diventare uno stato organizzato e sempre più democratico, va nell’interesse umanitario di quegli stessi migranti che affrontano i tremendi pericoli del mare per arrivare in Europa. Perché quando un barcone della morte prende il largo, è già una sconfitta per tutti”.


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