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Robot collaborano con fisioterapisti; Novità da Exposanità; Riabilitazione post-ictus

Edizione del 25 aprile 2018

Pubblicato:25-04-2018 13:30
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:48
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https://youtu.be/m_7eaP7iKVU

NUOVI LEA E FISIOTERAPIA, AIFI: “SERVE ACCESSO DIRETTO”

Cambia la sanità, l’assistenza ai cittadini e di conseguenza il ruolo del fisioterapista. Non più soltanto uno specialista della riabilitazione, ma anche l’attore principale quando si parla di prevenzione. Un tema sempre più d’attualità viste le trasformazioni della società e l’incremento delle patologie croniche tipiche di una aumentata aspettativa di vita. Una discussione che procede di pari passo con quella relativa all’introduzione dei nuovi Livelli essenziali di assistenza. Il presidente AIFI, Mauro Tavarnelli intervistato dalla Dire all’Exposanità di Bologna

AL TECHNOLOGY HUB I ROBOT CHE COLLABORANO CON I FISIOTERAPISTI

Si terrà al MiCo di FieraMilanoCity dal 17 al 19 maggio l’edizione 2018 di Technology hub. In mostra i robot che supportano e collaborano con i fisioterapisti e che, attraverso collegamenti audio-video, possono controllare i pazienti, misurarne le performance e monitorarne lo stato di salute tramite sensori tattili e indossabili. Verranno mostrati esercizi e programmi personalizzati, somministrati sotto forma di videogame interattivi; protesi robotiche sempre più sofisticate, per assistere le persone colpite da disabilità negli scenari di vita quotidiana, fino a dei veri e propri laboratori tecnologici con ambienti di realtà virtuale semi-immersivi, per consentire un coinvolgimento attivo, sostenere la partecipazione e motivare in particolare i bambini durante l’esercizio riabilitativo.


INNOVAZIONE IN AMBITO PROTESICO E RIABILITATIVO, LE NOVITÀ DA EXPOSANITÀ

Si chiama Hannes, in omaggio al primo presidente del “Centro protesi Inail” di Budrio, il primo prototipo di protesi poliarticolata di mano realizzato insieme ai ricercatori dell’Istituto italiano di tecnologia di Genova, e presentato alla ventunesima edizione dell’Exposanità di Bologna.
Un trial clinico su 3 pazienti, sottoposti a prove di destrezza, hanno potuto tenere il prototipo per una ventina di giorni a casa per utilizzarlo e i risultati sono stati alquanto incoraggianti. I progressi nel campo dell’innovazione tecnologica in riabilitazione oggi offrono enormi possibilità a pazienti affetti da deficit motori e neurologici.

ALZHEIMER, RISULTATI POSITIVI DA RIABILITAZIONE COGNITIVA NON INVASIVA

Arrivano i primi segnali incoraggianti per il trattamento di persone affette da Alzheimer nella fase iniziale della malattia, grazie ad alcune procedure di riabilitazione cognitiva associate a stimolazione elettromagnetica, non invasiva, del cervello. Di questo tema ha parlato il professor Paolo Maria Rossini, ordinario di Neurologia all’Università Cattolica e direttore dell’Area neuroscienze della Fondazione Policlinico Universitario Gemelli-Irccs di Roma in occasione del XIII Congresso Nazionale SINdem, l’Associazione Autonoma Aderente alla Sin per le demenze, che si è svolto a Firenze dal 19 al 21 aprile.

RIABILITAZIONE POST-ICTUS ARRIVANO LE PALESTRE ROBOTICHE

Al via in Toscana la prima palestra robotica, con macchine indossabili e personalizzate che usano anche la realtà virtuale. Grazie a questi dispositivi le persone colpite da ictus possano recuperare fino al 95% della funzionalità perduta di braccia e mani. Un progetto all’avanguardia che ha luogo presso l’ospedale pisano di Cisanello e l’ospedale Versilia a Lido di Camaiore. L’installazione delle apparecchiature consentirà così ai primi 14 pazienti dei due ospedali, di iniziare il percorso di riabilitazione. Il costo dell’intera operazione, circa 1,7 milioni, è coperto dalla Regione che ha stanziato un milione e dagli enti pubblici che hanno contribuito al progetto “Robotica indossabile personalizzata per la riabilitazione motoria dell’arto superiore per i pazienti neurologici”.

INCONTINENZA, I CENTRI PER LE CURE E LA RIABILITAZIONE

Diagnosticare e curare l’incontinenza oggi è possibile grazie ad una rete capillare di centri per la prevenzione, dislocati in ogni Regione, che si differenziano in base al grado di intensità e alla complessità del trattamento della patologia. La promessa è quella di garantire alle persone incontinenti un migliore accesso alle cure e una maggiore omogeneità nel trattamento sul territorio. Lo stabilisce l’Accordo tra Stato e Regioni all’interno del «Documento tecnico di indirizzo sui problemi legati all’incontinenza urinaria e fecale», sancito lo scorso gennaio. I centri si suddividono in quelli di primo livello, in cui il paziente viene preso in carico da un team multidisciplinare formato da urologo, ginecologo, fisiatra, e interprofessionale, con infermiere e fisioterapista esperti in disfunzioni pelviche. I centri di secondo livello prevedono, invece, il ricovero del paziente mentre nei casi ancora più gravi, invece si ricorre al terzo livello con strutture di neuro-urologia o unità pelviche con letti di degenza dedicati.

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