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25 aprile, Mattarella: “La radice della Resistenza è nella rivolta morale”

"Una rivolta contro un sistema che aveva lacerato, oltre ogni limite, il senso stesso di umanità inciso nella coscienza di ogni persona"

Pubblicato:25-04-2017 11:30
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:09

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ROMA  – Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è a Carpi (Modena) per le celebrazioni del 25 aprile.

“Non si può comprendere la Resistenza, il suo significato, la sua fondamentale importanza nella storia d’Italia, se non si parte dalla sua radice più autentica, quella della rivolta morale”, spiega.

“Una rivolta contro un sistema che aveva lacerato, oltre ogni limite, il senso stesso di umanità inciso nella coscienza di ogni persona“, dice il capo dello Stato.


“Resistenza come lotta al nazifascismo, ma anche come embrione della nuova democrazia. Resistenza come primo, essenziale momento per la riconquista della libertà”, spiega Mattarella.

MATTARELLA: NON MORI’ PATRIA MA FALSA CONCEZIONE NAZIONE

“Non moriva la Patria in quei giorni luttuosi e concitati. Tramontava invece una falsa concezione di nazione, fondata sul predominio, sul disprezzo dell’uomo e dei suoi diritti, sull’esalatazione della morte e sulla tirannide. Una concezione di barbarie che pure per numerosi anni aveva coinvolto tanti e affascinato tante menti”.

“Il popolo italiano, nel suo complesso seppe reagire alla barbarie, recuperò gli ideali, di indipendenza, di solidarietà, di fratellanza, di umanità, di pace- prosegue Mattarella- che avevano ispirato i migliori uomini del Risorgimento, e fu una reazione diffusa e corale”.

“Vi furono le avanguardie che prendendo le armi costituirono le formazioni partigiane, vi furono i militari italiani che come a Cefalonia si ribellarono al giogo tedesco, pagando un tributo altissimo di sangue, o che combatterono accanto ai nuovi alleati nel nome degli uidealiu ritrovatui di libertà e di democrazia”.

“Vi furono quei più di 600mila soldati, poc’anzi ricordati, che rifiutarono di servire l’oppressore sotto il governo di Salò, e che vennero passati per le armi, torturati o deportati nei campi di prigionia in Germania”.

“Vi furono gli operai che scioperarono nelle fabbriche, gli intellettuali che diffusero clandestinamente le idee di libertà, le donne che diedero vita a una vera e propria rete di sussistenza per partigiani, perseguitati e combattenti”.

IL RINGRAZIAMENTO ALLA BRIGATA EBRAICA

“Vi furono uomini liberi che sbarcarono nell’Italia occupata e versarono il loro sangue anche per la nostra libertà- ha detto Mattarella nel suo discorso-. A questi caduti, provenienti da nazioni lontane, rivolgiamo un pensiero riconoscente, il loro sangue è quello di nostri fratelli. Tra questi non possiamo dimenticare i 5mila volontari della Brigata ebraica, italiani e non italiani, giunti dalla Palestina per combattere con il loro vessillo in Toscana e in Emilia Romagna”.

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“Oggi, anche di fronte alla minaccia di un nemico insidioso e vile, che vorrebbe instaurare attraverso atti di terrorismo una condizione di paura, di dominio, di odio, rispondiamo oggi come allora, come negli anni 70, che noi non ci piegheremo alla loro violenza e che non prevarranno”

 

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