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Roma. Bertolaso sfida Giachetti, Meloni e Fassina: “Si dimettano da deputati”

"Sarebbe corretto, o solamente logico, che quando uno decide di impegnarsi davvero a fare il sindaco di Roma rinunci a qualsiasi altra attività per dedicarsi anima e corpo alla campagna elettorale e conquistare cosi' l'obiettivo di diventare primo cittadino"

Pubblicato:25-03-2016 13:54
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:27

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guido bertolaso

ROMA – “E’ comodo fare la campagna elettorale quando hai la ‘scialuppa di salvataggio’ da parlamentare: se ti va male e non diventi sindaco, non perdi la poltrona in parlamento”. Guido Bertolaso, candidato di Forza Italia per il Campidoglio, sfida a viso aperto i rivali che attualmente siedono a Montecitorio. Interpellato dall’agenzia ‘Dire’, l’ex numero uno della Protezione civile, spiega: “Parlo di Roberto Giachetti, che è addirittura vice presidente della Camera. Di Giorgia Meloni e Stefano Fassina, che sono in Parlamento. Ma anche di Francesco Storace che è consigliere regionale del Lazio. Sarebbe corretto, o solamente logico, che quando uno decide di impegnarsi davvero a fare il sindaco di Roma rinunci a qualsiasi altra attività per dedicarsi anima e corpo alla campagna elettorale e conquistare cosi’ l’obiettivo di diventare primo cittadino. Credo che questo sia un comportamento etico”.

Guido Bertolaso, alla Dire, sottolinea che “non a caso” l’esponente Pd, la leader di Fratelli d’Italia e il candidato di Sinistra italiana, nonchè il leader de La Destra non hanno lasciato le poltrone: cosi’ se perdono hanno il posto di riserva”. “Decidere di avere la scialuppa da parlamentare e di continuare a godere dei benefici e dei privilegi che ne conseguono- osserva- è un’operazione quanto meno superficiale. Io non ho tenuto altri compiti e responsabilità, ho rinunciato ad aiutare i bambini in Africa o i profughi in Siria. Loro ci provano e se va male continuano a fare il loro mestiere. Questo è molto ambiguo. Se un prefetto o un magistrato si candidano a fare il sindaco, prima rinunciano al loro incarico o quanto meno si sospendono: questo non accade per i parlamentari”.


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