NEWS:

Senegal, la sociologa a Dakar: “Dopo il voto la stampa è sotto attacco”

Condividi su facebook Condividi su twitter Condividi su whatsapp Condividi su email Condividi su print ROMA - Un clima di violenza verbale e intolleranza nei

Pubblicato:25-02-2019 17:19
Ultimo aggiornamento:25-02-2019 17:19

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

ROMA – Un clima di violenza verbale e intolleranza nei confronti dei giornalisti, accusati di diffondere “notizie tendenziose”, sta segnando il passaggio elettorale in Senegal: così all’agenzia ‘Dire’ Chiara Barison, cronista e sociologa padovana volto a Dakar di ‘Tfm’, l’emittente televisiva del cantante Youssou N’Dour.

“Da ieri il clima via social è teso” denuncia Barison all’indomani delle consultazioni presidenziali. “Molte le critiche anche aspre e violente indirizzate a televisioni locali e internazionali, accusate di dare informazioni tendenziose sui risultati, da parte di sostenitori di candidati dell’opposizione”.

Secondo la giornalista, è in corso “un attacco alla stampa virulento, che non è un bel segnale per un Paese civile e tollerante come il Senegal”.


Stando ai primi risultati, i candidati più votati sono il presidente uscente Macky Sall e a seguire gli oppositori Idrissa Seck e Ousmane Sonko. Secondo il primo ministro Mohammed Dionne, il capo dello Stato avrebbe però ottenuto più del 50 per cento dei consensi, abbastanza per essere eletto senza bisogno di un ballottaggio il 24 marzo. Dirigenti dell’opposizione, invece, hanno detto che il secondo turno è inevitabile.

Per i dati definitivi sarà necessario aspettare domani ma, sottolinea Barison, a preoccupare è il clima: “La speranza è in un discorso maturo e responsabile da parte dei candidati che richiami alla calma e alla moderazione dei toni. Molti giornalisti locali, dal canto loro, hanno denunciato con forza questo clima di violenza verbale nei confronti della categoria”.

Il Senegal è considerato uno dei Paesi più stabili d’Africa, anche per le alternanze al potere favorite dalle elezioni, da ultimo nel 2012. Ad alimentare polemiche in vista del voto di ieri ha contribuito l’esclusione di due candidati di peso, Karim Wade e Khalifa Sall, entrambi finiti nel mirino della magistratura e condannati in processi per corruzione.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it