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VIDEO | Venezia, Brugnaro: “Ormeggiare navi in mare? Sono folli”

Condividi su facebook Condividi su twitter Condividi su whatsapp Condividi su email Condividi su print VENEZIA - "Noi abbiamo le competenze a livello mondiale", filiera

Pubblicato:25-02-2019 14:28
Ultimo aggiornamento:25-02-2019 14:28

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VENEZIA – “Noi abbiamo le competenze a livello mondiale”, filiera legata alla cantieristica navale, “non possiamo smontare la nostra filiera industriale“. Ma “la stanno smontando perché non conoscono nulla, sono ignoranti allo sbaraglio“. Così il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, oggi in conferenza stampa insieme al presidente di Confindustria Venezia Rovigo, Vicenzo Marinese, davanti alla sede di Fincantieri di Porto Marghera, per manifestare il sostegno all’amministratore delegato di Fincantieri Giuseppe Bono, che secondo indiscrezioni il governo starebbe pensando di sostituire.

“E poi ti sorridono e dicono che le navi le vogliono ormeggiare in mare. E io gli ho detto: quando me lo dite ufficialmente io vi darò la mia risposta ufficiale. Vogliono ormeggiare le navi gigantesche da 350 metri con migliaia di persone a bordo in mare. Folli. Questi sono fuori di matto, non votateli. Questo è il punto”, attacca Brugnaro.

BRUGNARO: FINCANTIERI FUNZIONA, BONO NON VA TOCCATO

Un grande manager non si cambia. Se lui si sente in grado di continuare, noi non possiamo rottamare la gente che funziona”. Così il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, oggi in campo per manifestare il sostegno all’amministratore delegato di Fincantieri Giuseppe Bono, che il governo sembrerebbe voler sostituire. “Ci sono queste voci che secondo me vengono messe in giro ad arte per saggiare la determinazione di certe persone, di certe strutture. Si mette in giro la voce che non serve vaccinarsi, che si spostano gli scienziati, e poi se nessuno reagisce si fa. Se nessuno reagisce le opere si fermano”, prosegue il sindaco riferendosi appunto alla voce secondo cui Bono potrebbe essere sostituito, ma anche alla questione della Tav e delle grandi opere in generale.


Non possiamo pensare neanche lontanamente che venga diminuito il ruolo di questa persona“, avverte Brugnaro. “Nessuno sentiva la necessità di questa polemica. Un conto è il cambiamento positivo, le cose che non funzionano si mettono in evidenza e si cambiano, le ristrutturazioni aziendali si fanno nelle aziende che non funzionano. Ma avete mai sentito una ristrutturazione aziendale quando le aziende vanno bene? Non si è mai vista una cosa del genere. E soltanto farsi le domande vuol dire non aver capito niente dell’industria. Nel mondo non funziona così. Si fa la caccia di quelli bravi, si fanno offerte fantasmagoriche per i migliori giocatori, i migliori talenti i migliori scienziati. E noi la migliore Italia la stiamo mandando via dall’Italia“.

Qui “si tratta di difendere il lavoro, spero che tutti i partiti facciano marcia indietro. Penso che abbiano già capito di aver detto una stupidaggine, però non mi fido e dico attenzione. Basta dire stupidaggini. È un appello a tutti”, prosegue il sindaco parlando di “una testimonianza rabbiosa”, scaturita dalla messa in discussione della meritocrazia. Che poi vuol dire “scegliere le bandiere, le tessere, i partiti, le fedeltà. Noi non sappiamo Bono cosa voti, sappiamo che è persona brava e che rappresenta una classe dirigente e lavoratrice che sta facendo bene”, conclude il sindaco. “Non dobbiamo mettere in discussione le cose che funzionano in Italia.

L’ATTACCO AL GOVERNO: “SULLE FABBRICHE NON SI SCHERZA, FAREMO LE BARRICATE”

A Venezia non molleremo di un centimetro a costo di fare le barricate, questi non hanno ancora visto niente”. Lo afferma il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro durante la conferenza stampa in sostegno a Giuseppe Bono, amministratore dell’azienda che, pare, il governo avrebbe ipotizzato di sostituire. “Sulle fabbriche non si scherza. Abbiamo già visto cosa vuol dire chiudere le fabbriche, non è che le riapri domani mattina. Qua ci vuole molta chiarezza”, attacca Brugnaro. “Stiamo dando segnali pessimi. Diciamo ai ragazzi: ‘studiate tutta la vita e poi vi diamo la paghetta‘. Ma questa vi sembra dignità o è follia? È follia”. Non si può pensare di vivere di paghetta, “non sono preoccupato se qualche ragazzo non prenderà i 700 euro. Sono preoccupato di quando quei soldi finiranno. Quando finiranno queste menzogne le persone si arrabbieranno”. Questo si è presentato come governo del cambiamento, “sì, ma in peggio“, attacca il sindaco. “Sono incazzato nero, ma non me la metto via così. Adesso vi accorgete che sono arrabbiato, ma se perdono i posti di lavoro e si arrabbiano i lavoratori è un’altra cosa”.

E il messaggio è rivolto a tutti, “anche a chi ha un lavoro e pensa che queste cose non lo riguardino. Quando si iniziano a sentire sciocchezze del genere la situazione è grave e rischia di precipitare. Che poi qualcuno non dica: ‘ce lo potevate dire’. Ve lo diciamo: non si può e non si deve deindustrializzare il Paese. Dobbiamo credere nell’industria, dobbiamo credere nella scienza. Se no perdiamo altri 20 anni”. Perché “se qui vengono messi in discussione o anche soltanto ritardati gli investimenti programmati, non è che poi li ricominci domattina”. L’esempio è quello della Tav, “rinviata di qualche mese perché ci sono le elezioni europee e così si prendono i voti sia di quelli che protestano sia di quelli che lavorano. Fanno sia governo che opposizione. Questi stanno prendendo in giro tutti quanti”.

Ma “allora io dico che qui non si passa. Qui ci sono lavoratori che lavorano, non ci frega niente cosa votano, ognuno vota quello che vuole ma le aziende non si toccano, i posti di lavoro non si toccano”. In questi ultimi tempi, “abbiamo sentito troppe stupidaggini. Dal blocco delle grandi opere alla messa in discussione di grandi personaggi, degli scienziati e della scienza in generale. Si mette in discussione tutto senza ragione. Noi da qui combattiamo nostra battaglia per lavoro e lo sviluppo economico e dichiariamo che siamo stanchi di sentire stupidaggini”, conclude il sindaco. Attenzione, perché “il lavoro non si crea per decreto ma si può distruggere per decreto”.

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