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Botte ad anziani in casa famiglia a Bologna, parla la moglie del titolare: “Non sapevo delle violenze”

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Pubblicato:25-02-2019 13:25
Ultimo aggiornamento:25-02-2019 13:25
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BOLOGNA – Ha ammesso di aver assistito a due o tre episodi di violenza verbale da parte del marito nei confronti degli anziani ospiti, affermando però di non essersi voltata dall’altra parte, ma di essere intervenuta per calmare l’uomo, di cui conosceva bene l’indole collerica. Questo, spiega il suo legale Pier Francesco Uselli, è quanto ha detto questa mattina ai magistrati nel suo interrogatorio di garanzia la moglie del titolare della comunità alloggio ‘Il fornello’ di San Benedetto Val di Sambro, nell’Appennino bolognese, arrestata la scorsa settimana assieme al marito e a due operatrici della struttura e finita agli arresti domiciliari con l’accusa di maltrattamenti nei confronti degli ospiti della struttura stessa (al marito vengono anche contestati due episodi di violenza sessuale).

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Da lei uno schiaffo a una anziana, ma “caso isolato dovuto a stress”

Parlando con i cronisti al termine dell’interrogatorio, Uselli si sofferma anche su un’altra delle contestazioni mosse alla donna, vale a dire l’accusa di aver colpito con uno schiaffo un’anziana e di averle infilato con forza un cucchiaio in bocca. Sul punto, fa sapere il legale, la 53enne ha detto che si è trattato di un episodio isolato, provocato sostanzialmente da stanchezza e stress.


“Non lavoravo mai di notte, io cucinavo solo”

Quanto ai maltrattamenti compiuti dal marito, prosegue Uselli, la donna ha dichiarato di non aver mai sospettato nulla, visto che tra l’altro “lei nella struttura si limitava a cucinare e a fare un po’ di animazione per gli ospiti, ma non lavorava mai di notte, non si occupava della pulizia degli anziani e non somministrava loro i farmaci, quindi non aveva modo di vederli svestiti” e di notare i segni dei maltrattamenti.

“Ha detto- chiosa l’avvocato- che rimproverava sempre il marito e le operatrici quando inveivano contro gli anziani, e che se avesse saputo dei maltrattamenti sarebbe stata la prima a denunciarli“. Ovviamente, la moglie del titolare ha affermato di non sapere nulla delle violenze sessuali, e del resto gli investigatori, sul punto, non le contestano nulla, visto che quando avvenivano non c’erano testimoni presenti. In ogni caso, fa sapere Uselli, già da un po’ di tempo la donna “pensava di separarsi dal marito”, e visto anche quanto è emerso dalle indagini “ora procederà con la separazione”.

I cibi scaduti agli anziani

C’è infine la questione dei cibi scaduti che venivano serviti agli anziani: sul punto la 53enne si è limitata a dire che “comprava cibi vicini alla scadenza in modo da avere uno sconto del 30-40%“. Ora, conclude Uselli, “leggerò le dichiarazioni rese dagli altri indagati e valuterò un’eventuale richiesta di attenuazione della misura cautelare”.

In mattinata sono state sentite anche le due operatrici, anch’esse finite agli arresti domiciliari. A quanto si apprende, una si è avvalsa della facoltà di non rispondere, mentre l’altra avrebbe sostanzialmente ammesso le proprie responsabilità e si sarebbe giustificata da un lato evidenziando di essersi trovata in grave difficoltà nello svolgimento del suo lavoro a causa della scarsezza di personale all’interno della struttura, e dall’altro dicendo di aver obbedito agli ordini del titolare, che ad esempio le avrebbe imposto di svegliare le ospiti in piena notte, per paura di perdere il posto di lavoro.

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