ROMA – “Ho l’impressione che in questa campagna elettorale siano stati allestiti due palcoscenici. Sul primo va in scena il festival delle promesse mirabolanti, delle proposte assurde e qualche rissa Sul secondo -a dir la verità un po’ oscurato – si gioca una sfida che riguarda il nostro futuro. Uno scontro tra la possibilità di mantenere una ripresa economica accettabile, di avviare una seconda stagione delle riforme – e la minaccia di mandare a gambe all’aria tutti gli sforzi e sacrifici compiuti in questi anni”. Lo dice il premier Paolo Gentiloni in un’intervista al quotidiano ‘Repubblica’.
“E infatti non è così- aggiunge-. Quello è il primo aspetto. Ma c’è il secondo, ancora più importante. Riguarda i nostri valori. Quelli del centrosinistra. I valori democratici, liberali, della società aperta, del welfare, del dialogo con popoli diversi. Dall’altra parte -e non è mai stato così chiaro nella storia del nostro paese – ci sono l’odio, i muri, l’antieuropeismo, il sovranismo, la chiusura al dialogo. E riaffiorano vecchi fantasmi del passato”.
Poi Gentiloni sottolinea: “Non vedo ritorni al Duce, né temo sparute minoranza di nostalgici. Vedo un’idea che mitizza la sovranità nazionale – perfino in Europa – in chiave di chiusura verso l’esterno. Dobbiamo essere consapevoli che è questa la posta in gioco”. E ancora: “Per questo non sono possibili voti a dispetto o in libera uscita. Questa è una scelta di campo. E solo il centrosinistra a guida Pd può esser la risposta a questa sfida. Solo le riforme possono attenuare il disagio sociale. Un disagio che non guarda a sinistra ma viene cavalcato dalla risposta sovranista. Questa è la sfida per i progressisti nel mondo”.
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