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Un anno fa il rapimento di Giulio Regeni, Gentiloni: “Impegno per verità”

Un anno fa veniva rapito Giulio Regeni: oggi più che mai l'esortazione è a continuare la ricerca di verità e giustizia

Pubblicato:25-01-2017 09:55
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 10:50

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ROMA – “Un anno dall’orribile uccisione di Giulio Regeni. Vicinanza alla famiglia. Impegno con la magistratura per ottenere #veritapergiulioregeni“. Così il premier Paolo Gentiloni su Twitter.

ALFANO: STESSA TRISTEZZA E DOLORE, VOGLIAMO LA VERITÀ

“Un anno dopo la stessa tristezza e dolore. #veritapergiulioregeni: continuiamo a cercarla. Non ci accontenteremo di nient’altro che la verità”. Lo scrive su twitter Angelino Alfano, ministro degli Esteri.


MATTARELLA: DOLORE IMMUTATO, ASSICURARE COLPEVOLI ALLA GIUSTIZIA

“Da un anno l’Italia piange la uccisione di un suo giovane studioso, Giulio Regeni, senza che si sia potuto far piena luce sulla tragica vicenda, malgrado gli sforzi intensi della nostra magistratura e della nostra diplomazia”. Lo dice il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. “Il dolore della nostra comunità nazionale- prosegue- è immutato così come immutata rimane la ferma volontà di chiedere giustizia per il crimine efferato che si è accanito contro il giovane. Ai familiari rinnovo, a nome di tutti gli italiani, sentimenti di vicinanza e sostegno”. “Nel rendere omaggio alla memoria di Giulio e nel ricordare la sua giovane vita spezzata- dice ancora-, chiediamo la collaborazione più ampia ed efficace affinché i colpevoli vengano assicurati alla giustizia”.

BOLDRINI: TEMPO NON HA FIACCATO VOCE DI CHI CHIEDE GIUSTIZIA

“E’ passato un anno, ma il tempo non ha per nulla fiaccato la voce dei tanti, tantissimi che continuano a chiedere giustizia per Giulio Regeni”. Lo scrive su facebook Laura Boldrini, presidente della Camera. “E’ stata la forza di questo movimento, diffuso e popolare- aggiunge-, che ha fatto accantonare le prime ricostruzioni dell’omicidio, ridicole e oltraggiose; che ha sollecitato le istituzioni italiane a difendere la dignità stessa del Paese colpita attraverso l’uccisione di un suo cittadino; che ha supportato l’azione tenace con la quale la nostra magistratura sta aprendo varchi verso le risposte giuste“.

“Giulio- prosegue Boldrini- approverebbe questa campagna di mobilitazione, anche perché la sua vicenda tragica è stata assunta a simbolo delle troppe storie analoghe che insanguinano l’Egitto. Il suo sguardo attento ai diritti di ogni essere umano, indipendentemente dal luogo in cui è nato, non accetterebbe nulla di diverso. Una volta di più oggi vogliamo ringraziare Paola e Claudio Regeni: per aver saputo crescere un ragazzo curioso del mondo e per aver fatto del loro immenso dolore una richiesta di verità che riguarda tutti”.

ROSSI: VERITÀ OSTACOLATA DA RETICENZE, COLLUSIONI E DEPISTAGGI

“Un anno fa veniva rapito al Cairo Giulio Regeni, nel quinto anniversario delle proteste di Piazza Tahrir. Fu ritrovato una settimana dopo in un fosso ai margini di una strada, alla periferia della città, con il corpo martoriato da indicibili torture. Mesi dopo la madre disse che sul suo viso aveva visto ‘il male del mondo’”. Lo scrive su facebook Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana, che posta una foto di Regeni.

“Un anno dopo su Giulio Regeni- aggiunge- non sappiamo ancora la verità giudiziaria, la cui ricerca è verosimilmente ostacolata da reticenze, collusioni e depistaggi. Ma possiamo dire una verità politica e storica: Giulio fu ucciso per le sue ricerche, perché nell’Egitto del generale Al-Sisi indagava con serietà e rigore sui sindacati locali”. “I lavoratori che si organizzano fanno paura– sottolinea Rossi. Fanno paura ai poteri autoritari, ma fanno paura anche all’islamismo radicale. Il miglior modo per ricordare Giulio è continuarne la lotta e l’opera”.

SCOTTO (SI): NON ACCETTEREMO MAI LE VERITA’ DI COMODO

“Un anno fa viene ucciso Giulio Regeni. Non dimentichiamo quel sorriso. Non accetteremo mai le verità di comodo”. Lo scrive su twitter Arturo Scotto, capogruppo Sinistra italiana alla camera.

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