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E’ nato l’Osservatorio permanente sulla promozione sportiva

Intervista a Antonino Viti, presidente di Acsi, Associazione di Cultura, Sport e Tempo libero

Pubblicato:24-11-2017 12:01
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:55

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ROMA –  Determinare il reale impatto economico e sociale degli Enti di promozione sportiva (EPS) e confermarne il loro ruolo come costruttori di welfare. Questo l’obiettivo del primo Osservatorio permanente sulla promozione sportiva che è stato presentato alla Camera dei Deputati. Due sono i valori da cui prenderà il via l’analisi dell’Osservatorio: il numero dei tesserati degli EPS supera i 6,5 milioni pari al 59.5% degli 11 milioni di praticanti sportivi tesserati dal CONI e l’80% dell’attività sviluppata è rivolta a persone che alternativamente non praticherebbero attività motoria in modo continuativo.

Due sono i valori da cui prenderà il via l’analisi dell’Osservatorio: il numero dei tesserati degli Eps, che supera i 6,5 milioni pari al 59.5% degli 11 milioni di praticanti sportivi tesserati dal Coni; e il fatto che l’80% dell’attività sviluppata è rivolta a persone che alternativamente non praticherebbero attività motoria in modo continuativo.

A spiegare l’iniziativa, in rappresentanza degli Enti di Promozione Sportiva sono stati l’onorevole Bruno Molea, presidente di Associazione Italiana Cultura Sport (Aics), e Vittorio Bosio, presidente del Centro Sportivo Italiano. Al loro fianco erano presenti anche il presidente dell’Associazione Sportive e Sociali Italiane (Asi) Claudio Barbaro, il presidente dell’Acsi, Associazione di Cultura Sport e Tempo libero, Antonino Viti, e Francesco Proietti, presidente di Centro Sportivo Educativo Nazionale (Csen).


“Già da tempo lo sport è strumento di welfare per il Paese– ha commentato l’onorevole Bruno Molea. È mezzo di coesione e inclusione sociale, ma anche di benessere socio-sanitario, e volano di crescita economica, a cominciare dal risparmio sui costi sanitari. Aics in tal senso da tempo promuove anche lo sport nelle periferie più disagiate e tra le fasce di popolazione a rischio emarginazione, attraverso progetti mirati alla coesione e all’educazione al benessere psico-fisico. L’Osservatorio ha proprio questo senso: quello di tradurre in numeri questi sforzi per valorizzarli e promuoverli come strumento di politiche sociali”.

“Dobbiamo puntare a promuovere il fattore sociale, per rendere lo sport centrale nella vita delle persone e delle comunità– ha spiegato il presidente Vittorio Bosio -. Per farlo occorre partire da un osservatorio che ne monitori quotidianamente l’azione collettiva e che consenta di valorizzare le migliori esperienze sul territorio e di sostenerle con azioni da parte dell’intero sistema sportivo. Il fatto che gli EPS siano scesi in campo insieme, per raggiungere questo obiettivo, credo che rappresenti un importante esempio di coesione che speriamo sia funzionale a migliorare tutto il movimento sportivo italiano”.

Il coordinamento scientifico del Centro studi sarà affidato a SG Plus Ghiretti & Partners che, nel percorso di ricerca, si avvarrà di partner importanti quale il Master Internazionale in Strategia e Pianificazione degli Eventi e degli Impianti Sportivi dell’università di Parma, il Cers-Centro di ricerche sullo Sport dell’università di Parma.

Dunque, ad entrare nel dettaglio organizzativo e tecnico dell’osservatorio è stato Roberto Ghiretti, presidente di SG Plus Ghiretti & Partners: “L’Osservatorio, sulla base di una ricerca scientifica, cercherà di determinare il peso specifico dell’attività sportiva di promozione degli Eps- ha illustrato Roberto Ghiretti-. Per questo la prima ricerca sarà relativa a diversi ambiti di analisi: numerico, economico, sociale e promozionale. Ciò permetterà di offrire un quadro chiaro ed esaustivo per poi presentare i dati e avviare una riflessione in occasione degli Stati Generali della promozione sportiva previsti nell’estate 2018″.

L’attività dell’Osservatorio sarà supportata dall’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (Anci), come testimoniato dalla presenza, stamane, del suo vice presidente vicario, Roberto Pella.

“È un’importante iniziativa quella che presentiamo oggi – ha commentato Pella – in primo luogo perché, una volta di più, sottolinea il valore del ‘gioco di squadra’ e del creare sinergie e collaborazioni fra gli Enti di Promozione Sportiva. L’Osservatorio, composto da professionisti di alto profilo e competenza, non solo monitorerà, attraverso la raccolta e l’aggregazione dei dati, il livello di attività e di impegno sportivo nelle città ma potrà essere utile anche nel concorrere a determinare la quota di risparmio di spesa sulla sanità e sulla cura. Oggi il legame fra sport e salute è fondamentale, con forza e determinazione, l’Anci se ne sta occupando per sensibilizzare e prevenire, oltre all’inattività come costo sociale, anche malattie non trasmissibili come sovrappeso e obesità infantili, diabete, esclusione sociale. Sarà importante da oggi in poi sostenere il confronto costante con l’obiettivo a tendere di presentare progetti congiunti in sede regionale e governativa”.

La validità del percorso è stata riconosciuta anche dal CONI che ha messo a disposizione dell’Osservatorio i dati e la struttura del proprio Centro studi e osservatori statistici per lo sport.

L’INTERVISTA AD ANTONINO VITI

“Noi dell’Acsi siamo stati protagonisti dell’elaborazione del progetto dell’Osservatorio permanente sulla promozione sportiva, presentato alla Camera dei Deputati. Infatti siamo stati fra i due enti che hanno lanciato l’idea e proposto il progetto, aggregando anche gli altri. Osservatorio per noi significa monitorare l’andamento della promozione sportiva nel Paese e dargli il giusto. Anche perché la promozione sportiva, che noi chiamiamo ‘lo sport per tutti’, ha una sua storia e anche una sua autonomia”. Lo ha detto all’agenzia di stampa Dire il presidente di Acsi, Associazione di Cultura, Sport e Tempo libero Antonino Viti, commentando il lancio dell’Osservatorio permanente sulla promozione sportiva, costituito, oltre che dall’Acsi, anche da Associazione italiana cultura e sport (Aics), Associazioni sportive e sociali italiane (Asi), Centro sportivo educativo nazionale (Csen) e Centro Sportivo Italiano (Csi).


“Non è mai stata fatta un’indagine per conoscere le varie forme di attività sportiva presenti in questo contesto, anche perché tutto quello che è stato fatto non è mai rientrato nelle statistiche sportive– aggiunge Viti-. È necessario fare questo monitoraggio per dare il giusto peso al mondo della promozione sportiva“.

Un organismo in cui ogni ente avrà il suo ruolo e tutto sarà finalizzato ad “unificare le proposte e le azioni“, per “far comprendere che il mondo della promozione sportiva, soprattutto di quegli enti che aderiranno all’Osservatorio, rappresenta circa il 60-70% delle società sportive iscritte al Registro Coni”. Percentuali che dimostrano la “grande rilevanza” di queste società che, sottolinea il presidente dell’Acsi “sono la base associativa sportiva di questo Paese, quelle che svolgono migliaia e migliaia di attività sportive, che hanno i dirigenti tecnici e gli allenatori impegnati nel ruolo di educatori all’interno del mondo dello sport”.

“Serve riforma che metta al centro operatori sportivi”

“Ero bambino quando si parlava di legge quadro sullo sport. In Parlamento ne sono state presentate dieci o quindici ma non ne è mai andata una in porto, è andata solo in porto qualche legge di riforma che riguardava la fiscalità dello sport. Sembrerebbe che in questo Paese lo sport sia governato dal fisco. Credo che servirebbe una legge quadro dello sport che metta in campo tutti i soggetti ed evidenzi la peculiarità del fenomeno sportivo. Non una legge che detti le regole per fare sport di prestazione, che già esiste ed è la 191. Ma una riforma che metta al centro la società sportiva, l’operatore sportivo, la passione per lo sport, la nostra finalità che è quella di educare, di essere leali con se stessi, di fare un gioco con gli avversari e non con i nemici, di evitare la violenza e combattere il tifo eccessivo”, ha spiegato Viti.

“Ci vuole una legge- ha aggiunto- che riconosca il ruolo e la capacità dell’associazionismo sportivo di autogovernarsi e di poter essere in gara nel momento in cui nel nostro Paese si avvia un probabile rilancio. Lo sport- ha concluso- può essere una risorsa, non solo morale e di passione, ma anche economica, se per economia si intende l’interesse di tutti i cittadini”.

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