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Auto elettrica, Starace: “Il ruolo dell’Italia in componentistica e tecnologia” VIDEO

La mobilità elettrica "è un mondo totalmente sconosciuto su cui ci sarà un sacco di innovazione"

Pubblicato:24-11-2015 17:03
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 21:37

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ROMA – “Sulla mobilità elettrica l’Italia può giocare una grandissima partita perché ha tutto quel che serve per primeggiare nel campo”: infatti “il tema non è tanto se la Fiat abbia o meno un modello elettrico” perché “la mobilità elettrica è un mondo totalmente sconosciuto su cui ci sarà un sacco di innovazione” e “tantissima componentistica e tecnologia dentro le macchine, che di solito è un punto di forza delle aziende italiane”. Francesco Starace, amministratore delegato e direttore generale Enel, lo dice intervenendo alla presentazione di ‘100 Italian energy stories’, oggi nella sede romana della società. Semmai, sottolinea, “il problema principale” è quello “della possibilità di ricaricare in viaggio”, quindi ecco “il primo ostacolo da eliminare”. La “battaglia della mobilità elettrica” è “totalmente aperta- spiega Starace- e tutti i marchi automobilistici che dicono di avere una macchina elettrica in arrivo sanno bene che è loro intenzione dirlo e tenere questo arrivo il più possibile sospeso, continuando a vendere le macchine che stanno già facendo”. Rispetto al fatto che nessun marchio italiano abbia un modello elettrico in catalogo, quindi, “il tema non è tanto se la Fiat abbia o meno un modello elettrico, la verità è che la mobilità elettrica è un mondo totalmente sconosciuto su cui ci sarà un sacco di innovazione e di player nuovi- spiega l’ad e dg Enel- con quelli esistenti che forse riusciranno a riciclarsi in maniera intelligente, e tantissima componentistica e tecnologia dentro le macchine, che di solito è un punto di forza delle aziende italiane”.

Infatti, prosegue Francesco Starace, amministratore delegato e direttore generale Enel, “se andiamo a vedere dentro molte auto di marchi non italiani ci sono componenti italiani”. Questo “fa parte del nostro Dna e quindi non preoccupa tanto se non ci sarà un modello elettrico di un grande marchio automobilistico italiano, prima o poi ci sarà, al momento giusto, non ho dubbi”, argomenta Starace. Semmai, “il problema per noi è lanciare in Italia un filone di mobilità elettrica che non riguarda solo il marchio ma chi fa le batterie, chi fa i controller, chi gestisce i sistemi di ricarica, l’automazione necessaria per sviluppare i sistemi di stoccaggio elettrico in maniera intelligente- dice l’ad e dg Enel- c’ è tutto un mondo industriale nuovo dietro, sul quale l’Italia può giocarsi la sua bella partita”. Non necessariamente, quindi, l’Italia è in ritardo sull’auto elettrica: “chi è partito è partito cinque minuti fa, quindi non ha fatto giri di pista e deve ancora scaldarsi- ribadisce Starace- il tema della mobilità elettrica è ancora tutto da giocare”. E allora, “niente ostacola” l’auto elettrica, “si tratta solo di prendere una decisione e dire che il primo passo è mettere in piedi una struttura di ricarica abbastanza capillare che elimini nella mentre del potenziale acquirente di un’auto elettrica il problema principale, quello della possibilità di ricaricare in viaggio”, segnala l’ad e dg Enel. Una volta che ci saranno le colonnine “che servono per avere la ragionevole certezza che si possa ricaricare”, e questo che è “il primo ostacolo da eliminare”, le cose cambieranno, conclude Starace, “noi come Enel ci impegniamo a farlo, e poi ce ne saranno altri di ostacoli e si andranno a risolvere piano piano”.


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