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Terremoto, Boldrini: “No a soluzioni come New Town, non funzionano”

"Abbiamo visto in passato come la filosofia delle 'new town' ha creato tante disfunzioni: tempi molto lunghi e tanta infelicità delle persone"

Pubblicato:24-08-2016 13:51
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:00

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macerie_terremoto_amatriceROMA  – Nelle zone colpite dal terremoto “la gran parte delle persone qui è attaccata alla propria casa” e molti “non vogliono spostarsi”, e allora “dobbiamo cercare in tutti i modi di rispettare il loro volere. Abbiamo visto in passato come la filosofia delle ‘new town’ ha creato tante disfunzioni: tempi molto lunghi e tanta infelicità delle persone”.

La presidente della Camera, Laura Boldrini, lo dice da Pescara del Tronto (Ascoli Piceno), ai microfoni di SkyTg24. Commentando il paragone con il terremoto dell’Aquila fatto da un sindaco della zona colpita che temeva uno stallo come quello del capoluogo abruzzese, Boldrini spiega che essere qui oggi con le persone colpite dal sisma “vuol dire abbracciarle e non farle sentire sole, e significa accogliere le loro richieste, e la gran parte delle persone qui è attaccata alla propria casa e agli animali”.

Infatti, “molti sono contadini e non vogliono spostarsi- dice la presidente della Camera- quindi quello che noi dobbiamo fare nell’opera di dare un alloggio a queste persone, è riuscire a far sì che le soluzioni distaccate da questa realtà siano transitorie”.


Insomma, auspica Boldrini, “dobbiamo cercare in tutti i modi di rispettare il loro volere. Abbiamo visto in passato come la filosofia delle ‘new town’ ha creato tante disfunzioni: tempi molto lunghi e tanta infelicità delle persone. Quindi penso che dovremo fare tutto il possibile”.

“Dovremo tentare di fare il possibile per non disattendere questa richiesta- prosegue – poi dobbiamo fare i conti con la realtà, ma credo che questo le persone lo capiscano, e sono disposte ad addattarsi e a trovare situazioni transitorie”, ma “quello che ci chiedono è che le soluzioni transitorie non diventino definitive”. Il fatto è, conclude Boldrini, che le persone qui “non hanno più nulla oggi, si ritrovano sprovviste di speranza, è importante che le istituzioni ci siano”.

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