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Ricerca, Conte: “Ridurre il gap dell’Italia con gli altri paesi, creeremo nuovi enti”

"Investire nella ricerca- spiega Conte- e' tra le azioni piu' concrete e al contempo anche piu' preziose che si possono compiere"

Pubblicato:24-03-2019 13:27
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 14:16

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ROMA – “Lavoreremo per rafforzare il sistema degli enti di ricerca creeremo nuovi enti di ricerca. E’ questa la notizia che vi voglio dare”. Lo dice il premier Giuseppe Conte a Lecce, presso la Sede del Cnr Nanotec, in occasione della firma dell’accordo ‘Laboratori congiunti Cnr/Eni’ con il presidente del Cnr Massimo Inguscio, l’Ad di Eni, Claudio Descalzi e il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano.

“Investire nella ricerca- spiega Conte- e’ tra le azioni piu’ concrete e al contempo anche piu’ preziose che si possono compiere. Purtroppo in Italia il livello di investimento della ricerca da tanti anni e’ inferiore a quello di altri Paesi dell’Unione Europea. Pero’ posso confermare che l’attenzione del Governo, la disponibilita’ del Governo, a invertire questa rotta e’ massima perche’ dobbiamo assolutamente recuperare il divario con gli standard europei. Nella fase di un Governo ci sono varie stagioni, ci siamo dovuti occupare di altre emergenze. Adesso pero’ dobbiamo, con la stessa lena e determinazione, concentrarci sul pilastro della ricerca. Siamo gia’ intervenuti, anche nei limiti di una ristrettezza del quadro di finanza pubblica, a dare un segnale non trascurabile per quanto riguarda il Fondo ordinario per gli enti e gli istituti di ricerca, siamo intervenuti anche per il Fondo ordinario delle universita’. Agli inizi di marzo abbiamo realizzato un piano straordinario per i nuovi ricercatori, ma dobbiamo fare ancora di piu’. È allo studio da parte del Governo, nell’ambito di un programma strategico piu’ complessivo, il potenziamento degli Enti di ricerca”.

Giuseppe Conte aggiunge: “Dobbiamo contribuire a rafforzare la nostra attivita’ di ricerca soprattutto in quei settori in cui tradizionalmente siamo forti, quindi innovazione tecnologica, beni culturali, settore agroalimentare, eccetera. Dobbiamo anche ricondurre a sistema le attivita’ di ricerca e quindi gli istituti di ricerca. Dobbiamo lavorare anche perche’ ci sia un piu’ proficuo scambio tra sistema di ricerca avanzato e sistema accademico universitario, al quale dobbiamo offrire nuovi strumenti ad esempio in materia di partenariato pubblico-privato. Dobbiamo consentire alla ricerca accademica, e a livello di Enti di ricerca, di dialogare meglio sul piano applicativo, quindi dobbiamo integrare l’attivita’ di impresa, il tessuto produttivo in questo sistema di ricerca”.


Il premier durante la presentazione dell’accordo tra Cnr ed Eni, ha aggiunto: “Faremo tutto questo perche’ occorre esprimere evidentemente una strategia. Se non lavoriamo tutti insieme, non facciamo sistema, per realizzare e pianificare un piano di potenziamento della ricerca, non riusciremo ad ottenere risultati e se continuiamo con questo trend rischiamo di creare un divario, un gap, con gli altri Paesi con cui competiamo che difficilmente riusciremo a colmare negli anni a venire”.

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