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Libia, Quartapelle: “Il traffico dei migranti vale 3 miliardi di euro” VIDEO

Sostenere lo sviluppo e rafforzare la capacità di governo dei paesi da cui partono i migranti è la proposta per arginare i flussi migratori

Pubblicato:24-03-2017 11:22
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:02

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ROMA  – “Sventare il traffico dei migranti richiederà degli anni. E’ impensabile che si possa realizzare entro la fine del 2017” spiega alla DIRE Lia Quartapelle, capogruppo Pd alla Commissione Esteri della Camera, intervistata sulla Libia, con cui di recente il ministero dell’Interno ha stretto un accordo per controllare meglio i confini e trattenere i migranti sul territorio.


“In Libia ogni anno il traffico di esseri umani fa guadagnare 2-3 miliardi di euro. Come si può sventarlo, e sostituirlo con attività economiche alternative in così poco tempo?”. Quartapelle tuttavia riconosce che, grazie a tali misure, “stiamo assistendo anche a dei miglioramenti, come ci ha confermato in aula mesi fa l’Ammiraglio Credendino, capo della spedizione navale europea nel Mediterraneo”.

La Guardia costiera libica è un progetto che l’Italia e l’Europa sostengono, e che sta dando risultati: “E’ questa l’impressione che abbiamo avuto dal confronto con le autorità libiche, l’ultimo dei quali proprio martedì”.


La deputata conferma che il Consiglio nazionale libico inoltre insiste nel chiedere il sostegno dell’Italia a queste attività: “Tripoli avrebbe fatto molta fatica a strutturare la propria Guardia costiera da sola”. E poi, ricorda, sono in arrivo dall’Europa i primi 93 uomini formati per lavorare sulle navi all’interno delle acque territoriali libiche, laddove le navi europee non possono entrare. “Certo, 93 uomini sono ancora pochi, ma è un inizio incoraggiante- sottolinea- poiché la Libia è un paese ancora estremamente instabile, in cui da un giorno all’altro la situazione potrebbe peggiorare. E invece osserviamo un suo lento miglioramento”.

AFRICA. QUARTAPELLE: DITTATORI VIA CON ISTITUZIONI FORTI E SVILUPPO

Sostenere lo sviluppo e rafforzare la capacità di governo dei paesi da cui partono i migranti. Questa la proposta per arginare i flussi migratori di Quartapelle,  intervistata dall’agenzia DIRE.

Con gli sbarchi di migranti sulle nostre coste aumentano i timori dei cittadini, ma di fronte a questo problema Quartapelle suggerisce un doppio approccio: da un lato, “bisogna rafforzare le nostre attività di cooperazione tradizionale, aiutando i paesi di provenienza a gestire meglio i servizi e le opportunità di tipo economico”.

Secondo, “dobbiamo affiancarci alle istituzioni locali” per renderle non solo realmente capaci di governare le proprie società, ma anche “di gestire i flussi migratori”. La capogruppo Pd ricorda che il passaggio dei migranti coinvolge in particolare i paesi della regione del Sahel, in cui “non esiste nessuna forma di controllo delle frontiere, né di monitoraggio di chi entra e chi esce. Questo rende naturalmente la gestione dei flussi molto più complessa per tutti, anche per i paesi di arrivo”.

L’azione della Cooperazione italiana si concentra su venti stati in particolare, di cui nove sono africani… “Da tanti anni diamo priorità a quel continente- spiega Quartapelle- in linea con la politica estera dei ‘tre cerchi'”. Rispetto all’Africa, spiega la deputata, scatta dunque “il cerchio Mediterraneo, altra grande priorità dell’Italia. Ci stiamo quindi dotando di strumenti per rendere concreti questi impegni: i 200 milioni del Fondo Africa ad esempio, inseriti nella Legge di Bilancio, è uno di questi strumenti. Inoltre sono state aumentate le risorse per la cooperazione, di cui oltre il 50% è destinato all’Africa subsahariana”.


Quartapelle ricorda che “il Pd ha lanciato lo scorso luglio ‘l’African Act’, una proposta di legge pensata per rafforzare la strategia e la capacità di coordinamento dell’Italia verso l’Africa”. D’altronde, sottolinea, già altri paesi come la Germania hanno sviluppato una politica di questo tipo, pertanto spera che anche l’Italia “lavori presto sul tema della priorità dei paesi e dei tipi di intervento a fianco dei partner africani”. In Africa però molte volte si incontrano figure poco democratiche, veri e propri dittatori… “Non dobbiamo avere paura di ammettere ciò che sono realmente- risponde Quartapelle- L’Italia mantiene una relazione di tipo dialettico con regimi di questo tipo sia in Africa che altrove. Si tratta di normali rapporti tra stati”, osserva, aggiungendo che l’importante “è sapere chi è il proprio interlocutore. Aver rilanciato la cooperazione con un paese come il Sudan, il cui presidente Al-Bashir è stato condannato dalla corte penale internazionale per crimini di guerra e contro l’umanità, non significa dargli una assoluzione- spiega ancora la deputata Pd- ma lavorare con lui, perché rappresenta il responsabile di una nazione”. E’ importante piuttosto in questi casi “avere la capacità di porre certe questioni sul tavolo”. Tornando al caso del Sudan “abbiamo aperto un dialogo su vari temi tra cui i diritti umani o il contrasto al traffico dei migranti”. Queste relazioni si stabiliscano anche nella speranza “che possano cambiare la situazione. L’interazione porta il cambiamento“, a parte “casi ‘patologici’ come la Corea del Nord, o l’Egitto per via del caso Regeni”, conclude.

“LONDRA SIMBOLO DELLA DEMOCRAZIA”

“Esprimo grande tristezza e profonda vicinanza ai cittadini, alle istituzioni e al Regno Unito tutto”, spiega alla DIRE Lia Quartapelle, a proposito dell’attentato di due giorni fa a Londra. Per la deputata l’attentatore ha colpito “un simbolo che non appartiene solo a Londra, ma è globale”: si tratta infatti “del “primo parlamento della storia” e della “culla della democrazia”. “Questi atti- prosegue Quartapelle- devono farci sentire più uniti di come ci percepiamo: sono arrivati nei giorni in cui a Londra si decideva della Brexit così come si faceva a Bruxelles.


Il dolore, la violenza di cui il Regno Unito è stato oggetto devono farci sentire più forti rispetto alle questioni che, invece, ci dividono”, la sua conclusione. Infine, sulla recente ordinanza Trump di vietare a bordo computer, tablet e altri congegni elettronici da sette paesi mediorientali insieme alla Turchia, per Quartapelle “se l’Intelligence esorta ad adottare misure di questo tipo, le dobbiamo assumere, augurandoci che siano efficaci. Il fatto che tali disposizioni vengono prese in considerazione non solo dagli Stati Uniti ma anche da altri paesi ci deve far sperare che si possano scongiurare mali peggiori”.

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