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Report della commissione Finanze del 24 marzo

SAN MARINO - Al termine di due giorni di lavori, la Commissione consiliare approva il Progetto di legge “Della

Pubblicato:24-03-2016 15:32
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:27

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SAN MARINO – Al termine di due giorni di lavori, la Commissione consiliare approva il Progetto di legge “Della libertà sindacale e attività sindacale nei luoghi di lavoro, della contrattazione collettiva e del diritto allo sciopero” con 9 voti a favore e 3 contrari. Relatori del provvedimento- presentato dal segretario di Stato per il Lavoro, Iro Belluzzi- sono quindi indicati per la maggioranza il consigliere Andrea Belluzzi, del Psd, mentre per la minoranza Roberto Ciavatta di Rete.

I lavori della Commissione consiliare ripartono in mattinata dall’esame dell’articolo 16 del Progetto di legge sulla rappresentatività. All’Art. 20  “Spazi per attività Sindacali Aziendali” viene accolto l’emendamento di C10 che garantisce il diritto di  affiggere note e stampe sindacali, in uno spazio messo a disposizione dal datore di lavoro, anche alle organizzazioni sindacali che non abbiano delegati o membri nella rappresentanza sindacale aziendale. Il confronto si è dilungato sugli articoli n. 24 “Organizzazioni sindacali ed Associazioni datoriali maggiormente rappresentative e preposte alla contrattazione collettiva di settore” e n. 25  “Determinazione dell’efficacia erga omnes”, in cui gli emendamenti di C10 e Rete- volti ad istituire un referendum dei lavoratori per determinare il contratto erga omnes- sono infine respinti. Su quest’ultimo articolo, Tony Margiotta, Su, si dichiara in favore dell’articolo proposto dal governo, distinguendosi dal resto della minoranza.

In dettaglio, gli articoli poi approvati riconoscono come maggiormente rappresentative, e quindi legittimate a partecipare alla contrattazione collettiva, le organizzazioni sindacali e le associazioni datoriali in possesso rispettivamente di precisi requisiti: a) per le organizzazioni sindacali, avere almeno un numero di iscritti pari al 5% del numero totale dei lavoratori occupati nel settore di riferimento; b) per le associazioni datoriali, avere un minimo di iscritti pari al 5% dei datori di lavoro, che impieghino almeno il 10% del totale dei lavoratori occupati nel settore di riferimento. Se, in uno specifico settore, questi requisiti non siano raggiunti si istituisce una deroga per estendere la partecipazione al tavolo della contrattazione a “tutte le organizzazioni sindacali e associazioni datoriali, con almeno un iscritto operante in quel determinante settore”. Ma per riconoscere l’efficacia “erga omnes” del contratto collettivo di settore, il Comitato Garante deve certificare la sottoscrizione del contratto da parte dell’organizzazione sindacale, o coalizione delle stesse, maggiormente rappresentativa, “alla quale risultino iscritti il 50% più uno di lavoratori occupati nel settore di riferimento e da un associazione datoriale o coalizione delle stesse maggiormente rappresentativa, che rappresenta i datori di lavoro iscritti, che occupino complessivamente il 50% più uno di lavoratori operanti nel settore di contrattazione”.


All’articolo 26 “Procedura per la Contrattazione Collettiva” viene accolto l’emendamento di C10 modificativo dei comma 1 e 2 di natura formale. All’articolo 28  “Comitato Garante per la contrattazione collettiva e la rappresentatività delle Organizzazioni sindacali e delle Associazioni datoriali” è approvato l’emendamento di C10  al comma 3 che riduce la possibilità di rinnovo del mandato a due mandati, rispetto i tre previsti nel testo originario. Con l’Articolo 38  “Norme transitorie per l’adeguamento dei Sindacati alle disposizioni di cui alla presente legge” viene previsto tra l’altro che ai sindacati già esistenti, non rientranti nei nuovi requisiti previsti dalla normativa, si conceda un lasso di tempo massimo di 10 anni per adeguarsi.

Infine, ultimo punto discusso è l’Allegato A,  volto a introdurre regole di ripartizione tra le diverse organizzazioni sindacali della quota di servizio. Le nuove procedure di ripartizioni risultano sfavorevoli alle organizzazioni sindacali che non prevedono quote di iscrizioni o che ne prevedano, ma risultino inferiori allo 0,15% della retribuzione lorda del lavoratore. Rete presenta un emendamento abrogativo dell’intero articolo: “E’ inaccettabile- manda a dire Roberto Ciavatta- che la politica si inserisca a gamba tesa sulla strategia di attrazione dei lavoratori da parte dei sindacati”. E aggiunge: “Qui parliamo di ripartire un milione e 800 mila euro”. Andrea Zafferani, C10, chiede spiegazioni “sul motivo filosofico” che ha portato a questo metodo di calcolo. Rinvia il dibattito, Iro Belluzzi, segretario di Stato: “Ci sarò modo di ridiscutere in Consiglio- replica- visto che molti emendamenti saranno ripresentabili”. Ciavatta chiude il discorso anticipando una provocazione: la presentazione a breve di un Pdl finalizzato a non dare accesso alla quota di finanziamento dei partiti a quelle forze politiche che non prevedono una quota di iscrizione per i loro aderenti perché “é quello che stiamo facendo per i sindacati”. L’emendamento di Rete all’Allegato viene poi respinto e si procede direttamente al voto dell’intero articolato: la Commissione licenzia così il Progetto di legge sulla rappresentatività con 9 voti a favore e 3 contrari.

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