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“Tre italiani su 10 non hanno le fognature”, disastro al Sud

Lo dice Erasmo D'Angelis, capostruttura di 'Italiasicura'. La criticità per gli acquedotti, in particolare al Sud, esclusa la Puglia, vede circa 9 milioni di persone ancora con problemi di quantità e qualità di acqua al rubinetto

Pubblicato:24-03-2015 13:14
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:12

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Acqua di FirenzeROMA – “Tre italiani su dieci non sono ancora allacciati a fognature o a depuratori, con quasi la maggioranza di chi vive in Sicilia, in Calabria, Campania, un 30% in Lombardia e Friuli”. Lo dice Erasmo D’Angelis, capostruttura di ‘Italiasicura’, intervenendo agli Stati generali ‘acque pulite’, organizzato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, oggi a Roma, presso la Nuova Aula dei gruppi parlamentari.

L’ultimo screening Ue disponibile del 2011 “non lasciava dubbi: siamo in ritardo sulla capacità di depurazione, e i livelli di allacciamento a fognature e depuratori nelle 86 città con oltre 150.000 abitanti equivalenti, vedeva il 21,8% non connesso a fogna e il 41,9 non in regola con il trattamento secondario. Anche in grandi aree metropolitane”, prosegue D’Angelis.

Quindi, “a quasi 10 anni dal termine ultimo (2005) per la messa a norma dei sistemi fognari e depurativi prevista dalla Direttiva Ue del ’91/271 registriamo un forte ritardo nel rispetto degli obblighi assunti come Stato membro. Questa situazione- ricorda D’Angelis- ha condotto già a due condanne della Corte di Giustizia Europea e all’avvio di una terza procedura di infrazione che porterà inesorabilmente, se non si interviene con forza e determinazione sbloccando l’immobilismo cronico, alla terza sentenza di condanna, ed alla irrogazione di pesanti sanzioni”.


“La criticità per gli acquedotti, in particolare al Sud, esclusa la Puglia, vede circa 9 milioni di persone ancora con problemi di quantità e qualità di acqua al rubinetto, le stesse dispersioni in rete, conferma Istat, al 37% a livello nazionale sono circa il 50% al Sud (bisogna inviare due litri per utilizzarne uno) e sono direttamente proporzionali agli investimenti sulla rete. Si registra un peggioramento rispetto al 2008, quando le dispersioni di rete erano nel Centro-Sud poco superiori al 40%. Sono invecchiati tubi e impianti e mancano manutenzione (escluso Puglia e Abruzzo)”, emerge dagli Stati generali ‘acque pulite’ oggi a Roma.

di Serena Tropea

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