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Sordi, Wertmuller: “E’ come Belli, romanità che ci fa onore”

[video mp4="https://media.dire.it/2017/02/sordi-wertmuller.mp4" poster="https://www.dire.it/wp-content/uploads/2017/02/sordi-wertmuller.jpg"][/video] ROMA - Commosso e appassionato, malinconico ma pieno di ammirazione, "perché io ho avuto una grande fortuna...".

Pubblicato:24-02-2017 18:51
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 10:57

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ROMA – Commosso e appassionato, malinconico ma pieno di ammirazione, “perché io ho avuto una grande fortuna…”. Massimo Wertmuller e il ricordo di Alberto Sordi, come tornare per un attimo al cinema o ritrovarsi sul set di un capolavoro come ‘In nome del popolo sovrano’ dove sotto la regia di Gigi Magni (“Il più grande cantore di Roma”) hanno interpretato l’uno il figlio devoto, l’altro il papà burbero.

In occasione del 14esimo anniversario della morte, Wertmuller, con l’incantevole sfondo di Castel Sant’Angelo, racconta all’agenzia Dire cos’è stato per lui e cos’è stato per Roma proprio Alberto Sordi: “Io ho una circolazione sanguigna di attore fatta di Alberto Sordi- spiega- Se mi muovo, penso, parlo, ho dentro Sordi, Manfredi… Io che c’ho studiato, c’ho anche di Gigi Proietti che ancora, ringraziando Dio…”. Alberto Sordi per Massimo Wertmuller “è stato l’ultimo ramo di un albero culturale che riporta al Belli, a una certa romanità che ci faceva onore. Presentava in modo migliore Roma e la romanità”.

Sordi “è stato gentilezza, simpatia, era divertente”, con la sua morte “è stato come perdere un parente, un parente simpatico. Tutto quell’amore che ha seminato, anche con i suoi personaggi, lo ha raccolto in quella fila dietro il feretro” nei giorni in cui Roma lo ha ricordato e celebrato dal giorno della sua morte in poi.


Con grandissima umiltà, Wertmuller ribadisce più volte di essere stato fortunato per aver lavorato con un attore come Sordi, sottolineando di aver toccato, come ‘In nome del popolo sovrano’, “il punto più alto da non ripetersi più”.

Quello di allora “era un cinema in cui si faceva grande investimento”, quel cinema “era una cosa grossa, bella. C’era un grande cinema come appunto quello di Magni, una commedia di costume che faceva ridere con intelligenza”. Divertente quanto emozionante il ricordo del primo incontro con Sordi, avvenuto proprio sul set di ‘In nome del popolo sovrano’: “Arrivo sul set e Magni, indicando una scala, mi fa: ‘Sul tetto c’è Sordi, vallo a conoscere’. Salgo e trovo Sordi in un ambiente tutto dell’epoca ma con qualcosa di moderno come le ciabatte, l’occhiale sul naso e il Corriere dello Sport sulla Roma… Mi presento e lui mi da il primo di una serie di pizzicotti”.

E poi ancora il ricordo di un pranzo a casa di un proprietario terriero che aveva degli animali in gabbia per casa (“Mi ero perso Sordi, si era fermato a parlare con le scimmie”) e la passione per un film che avrebbe voluto interpretare “ma che non avrei avuto l’età per fare”, come la ‘Grande Guerra’, che Sordi interpretò magistralmente con Vittorio Gassman: “Stare in mezzo a quei due…”.

 

di Adriano Gasperetti

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