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Migranti, il “sistema Palermo” si mobilita per accogliere naufraghi Sea Watch 3

PALERMO - Palermo "è pronta ad accogliere i naufraghi a bordo della 'Sea Watch 3'". Nella sua lettera al comandante

Pubblicato:24-01-2019 13:30
Ultimo aggiornamento:24-01-2019 13:30
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PALERMO – Palermo “è pronta ad accogliere i naufraghi a bordo della ‘Sea Watch 3‘”. Nella sua lettera al comandante della nave che ha salvato 47 naufraghi nel Mediterraneo, Leoluca Orlando chiama a raccolta il “collaudato sistema di accoglienza” che nel capoluogo siciliano coinvolge soggetti pubblici, privati e una lunga lista di associazioni: una rete “pronta ad accogliere” non solo i naufraghi, ma anche “gli uomini e le donne che li hanno salvati da morte certa”.

Il sindaco di Palermo torna ad attaccare le “politiche criminali e criminogene dell’Europa e dell’Italia”, chiedendo “con urgenza” che “nel rispetto della Costituzione italiana e del diritto internazionale, sia garantito al più presto un approdo sicuro”.

Tra le possibili destinazioni, quindi, il sindaco candida Palermo: in una città che accoglie già un migliaio di migranti adulti e 280 minori “non ci saranno difficoltà o paure ad accogliere 47 vite umane – sottolinea con la Dire l’assessore alla Cittadinanza solidale Giuseppe Mattina -. Siamo pronti, lo sono il sistema di accoglienza e i servizi del Comune, così come le tante associazioni impegnate in città”.


Le strutture non mancano: una quarantina per i minori, sotto il coordinamento del Comune, e circa quindici per gli adulti, compresa la provincia, il cui controllo è affidato alla prefettura. In città l’appello di Mediterranea Saving Humans viene raccolto da diversi testimoni e anche se gli sbarchi gestiti dal ministero dell’Interno sono ormai un ricordo, nel capoluogo dell’Isola è rimasta una salda rete di accoglienza che ha come baricentro Palazzo delle Aquile, sede del Comune, con l’Unità operativa Casa dei diritti. 

Sul territorio sono attive realtà importanti come l’Oim (Organizzazione internazionale per le migrazioni), la Caritas, la Croce rossa e l’Unhcr, e tante altre sigle, più o meno ufficiali, impegnate nel terzo settore e nel rispetto dei diritti umani: “La nostra attività funge da collante per un centinaio di realtà cittadine impegnate su questo fronte”, racconta Claudio Arestivo, uno dei fondatori del ristorante ‘Moltivolti’ che dal 2014 è diventato un punto di riferimento per l’integrazione nel popolare e multietnico quartiere di Ballarò, nel cuore di Palermo. In tutto 14 soci, provenienti da otto Paesi diversi, che hanno messo in piedi uno spazio pensato e strutturato “per offrire dignità, cittadinanza e valore a partire dalla diversità”. Accanto al ristorante etnico, ‘Moltivolti’ gestisce uno spazio di co-working condiviso da associazioni del terzo settore, singoli operatori sociali, volontari e gruppi informali.

Ci occupiamo di tutto – spiega Arestivo -, a partire dal cibo e dai vestiti. Abbiamo già lanciato un appello ai tanti commercianti della città sensibili al tema. Non vogliamo sostituirci alla macchina istituzionale, ma intendiamo fare il nostro compito qualora Palermo venisse chiamata ad accogliere queste persone”. Concetti ribaditi in un post sulla pagina Facebook di ‘Moltivolti’: “Siamo pronti ad intervenire con ogni mezzo disponibile in difesa di Sea-Watch3 – si legge -. Abbiamo deciso di essere fra i promotori di Mediterranea Saving Humans perché crediamo fermamente che sia arrivato il momento di rimboccarci le maniche e combattere per i nostri valori. Chiediamo alle altre associazioni, attività commerciali e singoli di Palermo di attivarsi preparandosi ad ogni azione sia necessaria per rivendicare il diritto alla mobilità, al futuro, alla vita”.

di Salvo Cataldo

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