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Sos Vigili del Fuoco: noi al gelo e mezzi anni ’70

Il grido d'allarme arriva anche dall'Emilia Romagna: "I soccorsi funzionano perché gli operatori si prodigano anche oltre il limite"

Pubblicato:24-01-2017 16:33
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 10:50

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BOLOGNA – Programmazione dei soccorsi carente. Mezzi vecchi anche di 30 anni, come le “autoscale anni ’70”, che spesso vanno in tilt già nel tragitto verso i luoghi dell’emergenza. Ma soprattutto divise non adeguate contro il freddo e il gelo, per non dire delle sedi di servizio ormai neanche più a norma tra ristrutturazioni e certificazioni che tardano. Parallelamente ai ringraziamenti pubblici e alle (meritate) pacche sulle spalle dei politici, tiene banco una certa insofferenza dentro il corpo dei Vigili del fuoco anche in Emilia-Romagna, in prima linea nei soccorsi ai dispersi in questi giorni di apprensione per il centro Italia.

Un allarme è arrivato ieri dalla Cgil Vigili del fuoco di Piacenza, che ha denunciato un contesto di “divise non adeguate e mezzi senza catene” attaccando una amministrazione del corpo che “non ha mai previsto capi d’abbigliamento tecnico termico per l’inverno, e costringe gli operatori a sovrapporre non meno di cinque o sei indumenti per la parte superiore del corpo limitando drasticamente qualunque movimento”.

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Per l’Emilia-Romagna, condividono le critiche dei colleghi e chiedono uno scatto generale Alessandro Monari e Leonardo Piol, rispettivamente coordinatore regionale e provinciale di Bologna della Fp-Cgil Vigili del Fuoco. Parlandone oggi alla trasmissione “Aria Pulita” su 7 Gold, i due operatori rilanciano un appello per una svolta generale: “Due anni fa facemmo la proposta alla Regione di attingere ai fondi europei, anche per la riqualificazione delle sedi. Oggi la rilanciamo al nuovo direttore della Direzione del corpo dei Vigili del fuoco dell’Emilia-Romagna Silvano Barberi: vanno fatti i progetti, le risorse si devono chiedere”.


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I due sindacalisti si concentrano poi sul lavoro dei colleghi emiliani nella ‘zona gialla’, quella marchigiana tra Ascoli e Arquata del Tronto: “I soccorsi- chiarisce Piol- funzionano perché gli operatori si prodigano anche oltre il limite. Pesa una carenza di organizzazione e programmazione: fino a pochi giorni prima che si scatenasse l’emergenza sisma più neve, la situazione si era un po’ consolidata… anche se la prevista turnazione nell’invio delle nostre squadre non si è realizzata: si verificavano in continuazione cambi di programma, nelle ore notturne, con una mancanza di coordinamento tra chi partiva e chi tornava”.

E così, si è fatto un po’ strada un certo “malcontento” tra i colleghi ma soprattutto “problemi operativi nella gestione dei soccorsi”.

Sulla questione dell’abbigliamento, di attualità anche nel corso del ‘nevone’ romagnolo del 2012 ma in fondo non per tanti giorni, Monari aggiunge: “La nostra Amministrazione non prevede capi di abbigliamento termico, la questione c’è in tutta l’Emilia-Romagna e a livello nazionale. Abbiamo già scritto ai nostri vertici e continueremo a farci sentire: faccio un appello anche ai capi regionali e ai comandanti provinciali, serve un vestiario adeguato per tutto il personale attivo in quelle zone”.

Piol illustra poi il quadro dei mezzi dei pompieri in Emilia-Romagna: al momento ce ne sono 1.230 con un’età media di 16 anni, quindi alcuni ne hanno anche 30. “Come si vede dalle immagini tv, hanno la guida a destra e ci sono ancora autoscale degli anni ’70”, dettaglia Piol, che insiste: “Si fatica a trovare ricambi, catene, pneumatici da neve. Quando questi mezzi devono essere trasferiti come nel caso del centro Italia, a 400 chilometri da qui, ogni volta ne perdiamo qualcuno per la strada. Mancano i soldi per le manutenzioni”.

Il caso di Bologna in questo senso è emblematico: “Qui- continua il responsabile Cgil- contiamo 13.000-14.000 interventi all’anno, ma in tutta la provincia ci sono tre autoscale, due a Bologna e una a Imola. La montagna è scoperta”. Ma dalla politica non sono arrivate risposte? “Risposte chiare ancora no, a livello nazionale si son predisposti stanziamenti ma prima che arrivi qualcosa… ce ne passa”. Nel frattempo, a proposito di interventi nel’Italia centrale partiti dall’Emilia-Romagna, la turbina spartineve della Provincia di Modena, al lavoro da alcuni giorni nelle Marche dove ha liberato una famiglia isolata, sta completando la pulizia della strada provinciale 93 tra i Comuni di Palmiano e Venarotta, in provincia di Ascoli. Gli operatori provinciali e della ditta Stradedil di Boccasuolo, oggi pomeriggio, “stanno allargando il passaggio della carreggiata per renderla transitabile anche ai mezzi pubblici, consentendo, inoltre, la circolazione a doppio senso e una maggiore sicurezza”, informa la stessa Provincia. Il rientro a Modena della turbina e dei quattro operatori (Dario Serradimigni e Giovanni Manfredi per la Provincia e i fratelli Damiano e Francesco Guigli della Stradedil) è previsto domani, mentre venerdì alle 12 è in programma un incontro col presidente provinciale Gian Carlo Muzzarelli e tutti i tecnici che anche da Modena hanno collaborato all’intervento.

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