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Firmato l’accordo per il contratto degli statali, aumenti da 63 a 117 euro

Il blocco delle retribuzioni è durato quasi dieci anni

Pubblicato:23-12-2017 10:34
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:01

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ROMA  – Firmato nella notte, dopo mesi di trattative e un blocco nelle retribuzioni di quasi dieci anni, l’accordo per il rinnovo del contratto degli statali.

L’intesa riguarda circa 247mila persone, dipendenti di ministeri, agenzie fiscali ed enti pubblici non economici.

Firmato da sindacati e Aran, l’Agenzia che rappresenta il governo nelle trattative, l’accordo prevede aumenti retributivi sullo stipendio base. La forbice degli aumenti va dai 63 ai 117 euro mensili lordi a regime.


A questi incrementi bisogna aggiungere l’assegno per i livelli piu’ bassi, che oscilla tra i 21 e 25 euro (valido per dieci mensilita’) e un plus per le amministrazioni piu’ ‘ricche’ da caricare sul salario accessorio. La tranche di aumenti per il 2018 scattera’ da marzo.

 

“Ore 03:56. Dopo quasi 10 anni di blocco contrattuale, è stato appena firmato, con le organizzazioni sindacali, il primo nuovo #contratto dei dipendenti delle PA”, è il tweet con cui la ministra della PA Marianna Madia dà l’annuncio dell’attesa firma..

CAMUSSO: CON INTESA PIÙ DIRITTI, CONTRATTAZIONE, SALARIO

“Siglata pre-intesa per il contratto delle funzioni centrali! Più diritti, più contrattazione, più salario”: così oggi su Twitter Susanna Camusso, segretaria generale della Cgil. “Ora assemblee e consultazione” continua la dirigente sull’accordo siglato nella notte da sindacati e Aran, l’Agenzia che rappresenta il governo nelle trattative. “Continuiamo per conquistare contratto sanità, enti locali, istruzione”.

FURLAN: GRANDE SODDISFAZIONE CISL FIRMA DEL CONTRATTO

“Con una paziente opera negoziale ed un’attività sindacale sinergica tra Confederazione e Federazione abbiamo dato piena attuazione all’intesa siglata il 30 Novembre 2016, restituendo anzitutto dignità, attraverso risorse economiche importanti, ai tanti lavoratori e lavoratrici che hanno sempre e comunque garantito che la macchina pubblica andasse avanti e consentisse al Paese il funzionamento della imprescindibile struttura di servizi”, sottolinea la segretaria generale della Cisl Annamaria  Furlan.

USB FUORI DA CORO: BRUTTO ACCORDO, FRUTTO DI ODIO IDEOLOGICO

Un brutto contratto ispirato da odio ideologico: così in una nota l’Unione sindacale di base (Usb), dopo la firma di un intesa per il contratto degli statali tra sindacati a Aran, l’Agenzia che rappresenta il governo nelle trattative. Dopo 8 anni di blocco contrattuale e tre giorni di maratona all’Aran alle quattro di questa mattina è stato firmato un brutto contratto per il Comparto funzioni centrali, del tutto insufficiente dal punto di vista economico a recuperare anche la sola inflazione registrata tra il 2010 e 2017.

Il valore medio di aumento del Comparto si ferma a 76 euro e la prima e seconda area (A e B) recuperano qualcosa solo attraverso una perequazione temporanea che si ferma al 2018. Non si è voluto mettere mano all’ordinamento professionale, che a nostro parere era tra i compiti principali di questo contratto, lasciando invariate le situazioni di sfruttamento della prima e seconda area (A e B), con il rinvio di qualunque decisione all’esito dei lavori della istituenda Commissiione paritetica.

A questo si aggiunge un sistema di valutazione molto simile a quello previsto dalla riforma Brunetta, un peggioramento delle norme riguardanti i permessi per visite e cure mediche, un inasprimento delle norme disciplinari che è espressione diretta del pregiudizio che da anni ispira le campagne mediatiche contro i lavoratori pubblici e che è anche l’humus su cui è impiantato questo contratto. Usb non ha siglato l’ipotesi di accordo e già dalle prossime settimane avvierà la consultazione tra i lavoratori del Comparto.

 

 

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