ROMA – “Non m’importa dello spostamento dell’ambasciata Usa a Gerusalemme. Che cosa cambia? Gli Stati Uniti appoggeranno Israele più che mai? Lo hanno sempre fatto“. Così, in una dichiarazione rilasciata all’Agenzia DIRE, Abir Kopty, ricercatrice, attivista e blogger palestinese di Nazareth, città nel distretto settentrionale di Israele, commenta la decisione della Casa Bianca ufficializzata ieri dal presidente Donald Trump. “È una mossa simbolica che distruggerà la cosiddetta soluzione dei due stati? Questa soluzione è morta da tempo”, continua Kopty: “Comunque questa decisione è uno schiaffo alla leadership palestinese, che ha ignorato gli interessi del suo popolo e insistito a giocare la farsa della diplomazia. Spero che almeno questa decisione faccia capire loro che la soluzione dei due stati è morta, e che è il momento di tirarsi indietro”.
“Ci sono evacuazioni, demolizioni, sradicamenti, distruzioni ogni giorno in Palestina, e sono ben più pericolose del trasferimento di un’ambasciata, ma il mondo rimane in silenzio”, osserva la studiosa: “È solo che adoriamo i simboli, ci piace essere emotivi su Gerusalemme, e siamo abituati a reagire più che ad agire. La resistenza continuerà, perché è la nostra unica garanzia, al contrario di qualsiasi decisione degli Stati Uniti”. Dopo studi in economia all’Università di Haifa (Israele) Abir Kopty ha lavorato nel settore della comunicazione in diverse organizzazioni della società civile palestinese. Presso la City University of London, Kopty si è specializzata in comunicazione politica, per poi dedicarsi a una ricerca sui temi della partecipazione politica delle giovani generazioni e sui nuovi media alla Freie Universitat di Berlino.
di Giulia Beatrice Filpi, giornalista
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