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Heinz Beck serve il pranzo a 340 detenute di Rebibbia

A servire il pranzo ‘pluristellato’, su una lunga tavola rossa imbandita a festa, camerieri d'eccezione, tra cui Pamela Villoresi e Franco Di Mare

Pubblicato:23-12-2015 16:01
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 21:45

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1131411352_0ROMA – Gnocchetti cacio e pepe su spuma di piselli con calamari al lime, guancia di vitello con cicoria e burrata, sfera ai frutti rossi su cremoso di cioccolato. È il menù di Natale preparato oggi dallo chef Heinz Beck per 340 detenute del carcere femminile di Rebibbia di Roma, nell’ambito dell’iniziativa ‘L’ALTRA cucina… per un pranzo d’amore’, promossa da Prison Fellowship Italia Onlus in collaborazione con il Rinnovamento nello Spirito Santo.

A servire il pranzo ‘pluristellato’, su una lunga tavola rossa imbandita a festa, camerieri d’eccezione, tra cui l’attrice Pamela Villoresi e il giornalista Franco Di Mare. L’evento è stato allietato da uno spettacolo della Compagnia del Bagaglino, con musica, canti e sketch di Martufello e dell’imitatrice Morgana Giovannetti, oltre che da un piccolo concerto con chitarra di Luca Barbarossa.

“Mi hanno chiesto di preparare- ha detto Beck, chef del ristorante ‘La Pergola’ di Roma- un menù di tre portate per persone che hanno bisogno di amore. E poiché il cibo è amore, sono contento di essere qui oggi, perché significa dare felicità a queste donne che non hanno la possibilità di trascorrere il Natale con le proprie famiglie. Con questo pranzo allargato, quindi, voglio far vedere loro che fuori c’è ancora qualcuno che pensa positivamente”.


Secondo lo chef, poi, “non c’è miglior voce di pace della convivialità– ha sottolineato- perché a tavola si può mangiare e discutere in modo garbato, passando una giornata favolosa. Insomma: questa è un’iniziativa meravigliosa, pensata per il bene della collettività”.

A lavoro, nella cucina del carcere femminile, dieci aiutanti di Beck e otto cuoche-detenute. “A Rebibbia ho trovato una cucina professionale– ha aggiunto lo chef, premiato con tre stelle Michelin- grande, ordinata e pulita. D’altronde qui, ogni giorno, si preparano 300-400 pasti, quindi la cucina deve essere per forza professionale”.

Ma ha mai pensato di creare un corso di cucina ad hoc per le detenute? “Magari un giorno- ha risposto Beck all’Agenzia Dire- quando non avrò ritmi lavorativi così intensi, perché no…”.

Lo chef di origini tedesche, intanto, non è la prima volta che entra in un carcere, ma quando gli capita si chiede sempre “perché al mondo deve esserci anche un posto così, ma la risposta- ha raccontato- è nella natura dell’essere umano: tutti più o meno trasgrediamo, però c’è chi fa errori più grandi e chi più piccoli. Ed è una realtà che per quelli più gravi ci siano pene diverse”.

Sulla lunga tavola natalizia, piatti e bicchieri di plastica, ma di colore dorato per richiamare l’atmosfera del Natale. Niente alcol, ovviamente, ma solo acqua. L’unica portata ad essere servita su una fondina di coccio è stata la celebre ‘sfera’ ghiacciata di Heinz Beck ai frutti rossi, su cremoso al cioccolato al latte e thè al Bergamotto.

“Conosco Heinz- ha detto il cantante Barbarossa- ed è una persona meravigliosa che si spende sempre molto per gli altri. E spesso sono al suo fianco per iniziative di questo genere. Quanto a me, sono abbastanza di casa a Rebibbia: ho fatto diversi concerti e partecipato a molte partite di pallone nel carcere maschile, dove c’è anche un club giallorosso che porta il nome di una mia canzone che si chiama ‘Al di là del muro'”

Secondo Luca Barbarossa è “doveroso partecipare ad iniziative come questa- ha detto- soprattutto in momenti come quello del Natale: stare in carcere è sempre difficile, infatti, ma durante i periodi di festa può esserlo ancora di più. Dobbiamo far capire a queste persone che il mondo esterno gli è vicino e che è raggiungibile, ma anche che devono iniziare a progettare la propria vita al di là del muro. Per questo, auguro a tutte le detenute di trascorrere fuori le prossime festività”.

In ogni caso, ha aggiunto, “per chi è fuori, entrare in carcere è sempre un’esperienza umana importante”.

Tra le cameriere d’eccezione, anche Pamela Villoresi: “Servire in un momento di festa- ha detto- è un’occasione di solidarietà per far sentire a queste donne che la società non le ha buttate via, ma che le sta aspettando“. Villoresi, intanto, non è nuova al mondo carcerario: “Ho organizzato laboratori teatrali nelle case circondariali di Volterra e Prato- ha raccontato- ed è stata un’esperienza bellissima: le persone che hanno un vissuto significativo, infatti, riversano nella recitazione e nell’interpretazione tantissime emozioni. Magari ad avere colleghe così!“. D’altronde, secondo l’attrice, le statistiche “parlano chiaro: i detenuti che hanno studiato e partecipato ad attività in carcere- ha sottolineato- si riconsegnano al crimine in una percentuale bassissima, pari al 5%, mentre chi non lo fa torna a commettere reati nel 70% dei casi”.

Di spettacoli, in carcere, ne ha fatti anche Martufello: “Anche se sono abituato- ha detto all’Agenzia Dire- è sempre una bella emozione donare un sorriso a chi ne ha bisogno, facendogli trascorrere qualche ora in allegria. Oggi, quindi, ci sono tornato con tutto il cuore. Solo che, quando poi te ne vai, è un vero dispiacere vedere la tristezza negli occhi di queste persone”. Vedere colleghi servire il pranzo alle detenute, ha aggiunto, “è una bella cosa e siamo sempre pronti a rifarlo, in qualsiasi momento”. L’iniziativa, intanto, si è svolta in contemporanea anche in altre quattro case circondariali d’Italia, tutte con il loro cuoco natalizio speciale: Filippo La Mantia, nella Casa di reclusione Opera di Milano, ha preparato il pranzo per 60 detenuti riuniti con i loro familiari (per un totale di 250 persone); Carmine Giovinazzo, campione di MasterChef, nella Casa circondariale Sant’Anna di Modena, con l’aiuto di cinque colleghi ha cucinato per 40 detenute e 300 detenuti; Marco Moroni, nell’Istituto Penale Maschile e Femminile per Minorenni di Casal del Marmo di Roma, si è occupato del pranzo per 70 detenuti; lo chef Giampiero Colli, insieme ai maestri pasticcieri Giovanni Cappello e Francesco Perrone, ha infine servito prelibatezze d’autore a 49 detenute, che hanno potuto festeggiare insieme ai familiari (per un totale di 160 persone).

di Carlotta Di Santo, giornalista professionista

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