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Ravenna, Renzi a Camera ardente per Liverani

RAVENNA - Ravenna dà l'ultimo saluto a Enrico Liverani, assessore ai Lavori pubblici e candidato sindaco per il

Pubblicato:23-11-2015 11:29
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 21:36

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RAVENNA – Ravenna dà l’ultimo saluto a Enrico Liverani, assessore ai Lavori pubblici e candidato sindaco per il Partito democratico alle amministrative del prossimo anno, scomparso venerdì scorso in seguito a un incidente stradale. Alle 12 apre la Camera ardente all’ospedale e per le 14.30 è atteso il presidente del consiglio, Matteo Renzi. Poco prima arriverà il sottosegretario alla presidenza della Regione Emilia-Romagna, Andrea Rossi, mentre alle 18 sarà la volta di Pierluigi Bersani. Il primo picchetto d’onore sarà composto da Michele De Pascale, segretario provinciale del Pd, Roberto Fagnani coordinatore della segreteria, Giangi Baroncini segretario comunale, e dal sindaco Fabrizio Matteucci.

Domani si terranno invece i funerali in piazza del Popolo, ai quali ha annunciato la presenza il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, dopodiché la salma verrà cremata. La famiglia di Liverani invita chi vuole a ricordarlo con un’offerta all’associazione Linea Rosa. Questa mattina intanto è la seduta straordinaria del consiglio Comunale a rendergli omaggio. Gli esponenti dei vari gruppi prendono parola alla spicciolata per raccontare il loro rapporto con Liverani, il loro ricordo. Tra lacrime e voci rotte dal pianto. “Una persona vigile e sensibile, con un’apertura mentale che lo rendeva attento a tutte le osservazioni degli altri”, sottolinea Nereo Foschini (Ncd), mentre Alberto Ancarani (Fi) aggiunge che “stava ascendendo nella mia classifica degli assessori. Battibeccavamo, ma a Ravenna mancherà una persona che le voleva bene”.

Il capogruppo di Lista per Ravenna, Alvaro Ancisi, lo riconosce in “Almeno tu nell’universo” di Mia Martini e gli dedica un “de Profundis”: “Aveva un sorriso impossibile da non contraccambiare“. Pietro Vandini (M5s), parla di “tragedia umana che tocca nel profondo al di là di qualsiasi rapporto, è la vita che scorre davanti agli occhi”. Per cui “le uniche domande che mi pongo sono: stiamo vivendo bene? Ha senso tutto quello che succede dentro ai palazzi, quando invece nella vita al di fuori tutto è così instabile e finito? E dall’altra parte avrebbe senso sdoppiarsi per non ferirsi e per non ferire? Non lo so, probabilmente ora tu avrai risposte che io non ho”.


Struggente il ricordo dei dem: Mariella Mantovani, costretta più volte a interrompersi per la commozione, ricorda “un amico sempre e comunque presente”, anche il capogruppo Matteo Cavicchioli si commuove sottolineando che “non era mai arrogante, offensivo o sleale. Forse il cuore l’ha tradito, ma è indispensabile per fare bene questo servizio”. Probabilmente, aggiunge Valentina Brunelli, “sarebbe riuscito a mettere d’accordo tutti i bastian contrari”. E allora, gli garantisce Gianandrea Baroncini: “Domani in piazza saremo in tanti con tante bandiere”. Ilaria Morigi (Sel) lo saluta come una “persona fuori del comune”, mentre Alberto Fussi (Pri) rimarca che “i suoi valori continuano a vivere”. Era una “persona appassionata”, tira le fila Diego Rubboli della Federazione della sinistra: “Morire a 39 anni lascia un senso di ingiustizia”.

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