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Donne e media tv nel Lazio, Corecom: “Piu’ consapevolezza ma permane gap”

Presentata indagine: ecco tutti i numeri

Pubblicato:23-10-2018 15:52
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:42

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ROMA – Promuovere e sensibilizzare sul piano del linguaggio televisivo la valorizzazione delle differenze di genere in difesa della dignità della donna, destrutturando gli stereotipi che propongono un’immagine femminile marginalizzata. È con questo obiettivo che il Corecom Lazio ha presentato alla Casa Internazionale delle Donne a Roma l’indagine ‘Donne e Media nel Lazio. La rappresentazione femminile e le tv regionali’ commissionata al Gio-Osservatorio Interuniversitario studi di Genere e realizzata in collaborazione con il Consiglio Regionale del Lazio e l’Agcom.

Lo studio fornisce uno spaccato della rappresentazione della donna nei media locali a partire da un’analisi in tre fasi (quali-quantitativa, descrittiva e formativa/informativa) dei contenuti dei programmi televisivi di intrattenimento, informazione e approfondimento, in particolare su 748 trasmissioni di 12 emittenti locali nell’arco di quindici giorni (11-25 gennaio 2018) dalle 8 alle 24. Dai dati raccolti è emerso che se la presenza delle conduttrici (46%) e dei conduttori (54%) è abbastanza bilanciata, anche se risulta più iniqua se messa in relazione alla tipologia di programmi. Le conduttrici sono maggiormente presenti nei programmi di informazione (44,6%), ma sono meno della metà dei conduttori nei programmi di approfondimento, con un 31,9% di uomini che doppia il 14,6% di donne. Molto presenti le donne alla voce ‘altro’, dove per ‘altro’ si intendono televendite, cartomanzia, estrazioni del lotto, oroscopi, con un 24,2% che supera di gran lunga la presenza maschile, ferma al 9,5%. All’interno dei programmi le conduttrici rivestono un ruolo attivo nell’84% dei casi, contro il 96,6% degli uomini. Preoccupante il dato sul ruolo di presenza muta o di contorno all’interno dei programmi, con il 16% di donne contro il 3,4% degli uomini.

Per quanto riguarda la presenza di ospiti all’interno dei programmi, il numero di uomini (61%) è nettamente maggiore a quello delle donne (39%), maggiormente presenti nei programmi di intrattenimento seguiti da quelli di approfondimento (15,2%) dove però la presenza maschile è il doppio di quella femminile (30,8%), che invece vede una decisa prevalenza nelle attività di televendita, cartomanzia o gioco del lotto (45,7% contro il 3,1% degli uomini). Le ospiti svolgono un ruolo attivo inferiore a quello maschile (61,4% di donne contro l’89,3% di uomini) e costituisce più spesso una presenza ‘muta’ o di ‘contorno’ (il 38,6% di donne contro il 10,7% di uomini).


Rispetto alle modalità di ripresa, dalla ricerca emerge che donne e uomini sono equamente rappresentanti quando vengono inquadrati a figura intera o in primo piano, mentre i dati cambiano rispetto alle riprese su singole parti del corpo: il 14,4% delle donne contro il 24,4% degli uomini. Un dato solo apparentemente positivo, se si pensa che il 9,9% delle riprese in posizione supina, a partire dalla scollatura, dal basso verso l’alto riguardano esclusivamente le donne. Nel 57,7% dei casi le donne davanti alle telecamere indossano un abito sobrio, anche se è rispettivamente del 6,8% e del 12,3% la percentuale di presenze femminili in biancheria intima e in abito succinto. Molto presenti nelle fasce orarie mattutine (tra le 8 e le 9) e pomeridiane (soprattutto dalle 13 alle 14, ma anche tra le 17 e le 18 e tra le 20 e le 21) le pubblicità dedicate ai prodotti per la casa.

Il sondaggio

Nel corso dell’indagine è stato, poi, condotto un sondaggio su un campione di 300 donne (20,7% studentesse, 25,7% lavoratrici, 9% dirigenti/manager, 19% docenti, 25,7% casalinghe/disoccupate/pensionate) realizzato attraverso questionari suddivisi in cinque sezioni: scelte professionali, pari opportunità, modelli/tradizioni/ruoli, media e linguaggi, normativa. Per la maggior parte delle intervistate (76,4%) le pari opportunità tra uomini e donne sono ancora un problema attuale e poco più della metà (52,8%) ritiene che uomini e donne, a parità di competenze, non abbiano medesime possibilità lavorative. Il 43% ritiene che sia giusto che siano le donne a prendere congedi o a lasciare il lavoro per motivi di accadimento.

Se per il 79% delle intervistate i media hanno un ruolo importante nel trasmettere modelli di uomini violenti o di donne succubi o provocanti, il 48,7% reputa però che i ruoli sessuali tradizionali vadano mantenuti per il buon funzionamento della famiglia e della società e il 40% sostiene che le ragazze e le donne debbano comportarsi in modo da non provocare reazioni di violenza. Dati che mettono in evidenza una contraddizione o una mancanza di piena consapevolezza, se messi a confronto con il 69% delle intervistate che dichiarano di non essere state condizionate nelle proprie scelte dal fatto di appartenere al genere femminile.

“La rappresentazione delle donne media locali è in linea con la rappresentazione nei media nazionali- commenta all’agenzia di stampa Dire Laura Moschini dell’università Roma Tre, coordinatrice del Gruppo di ricerca Gio- C’è ancora un buon lavoro da fare, ci sono programmazioni che ripresentano modelli stereotipati di donna, ci sono moltissime pubblicità dei prodotti della casa, e tanta programmazione su cartomanzia e televendita, che toglie spazio ad un sano intrattenimento, all’approfondimento e all’informazione, soprattutto nelle fasce tradizionalmente utilizzate dalle donne per guardare la tv durante la giornata. Non a caso- conclude- questi programmi scompaiono durante la fascia notturna”.

“Presenteremo questo studio in tutte le scuole del Lazio che lo vorranno- dichiara all’agenzia di stampa Dire il presidente del Corecom Michele Petrucci– A partire dalla settimana prossima cominceremo a presentarlo nei luoghi istituzionali e negli enti che ce lo chiederanno, perché il ruolo educativo, formativo e informativo dei media è fondamentale per fare in modo che le asimmetrie e le criticità vengano superate”.

Sono intervenute al seminario molte personalità del mondo del giornalismo e delle istituzioni, tra cui: Francesca Koch, presidente della Casa internazionale delle donne; Lorenza Bonaccorsi, assessora al Turismo, Pari opportunità della Regione Lazio; Sabrina Alfonsi, presidente Municipio I Roma Capitale; Eleonora Mattia e Marta Bonafoni, rispettivamente presidente e componente della IX Commissione-Lavoro, formazione, politiche giovani, pari opportunità, istruzione, diritto allo studio della Regione Lazio; Michele Petrucci, presidente Corecom Lazio; Mario Morcellini, componente Agcom; Paola Spadari, presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Lazio; e Paola Di Nicola, magistrato e autrice del saggio ‘La mia parola contro la sua’.

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