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Consumi, Coldiretti: “Torna il pesce fresco, finito fermo nell’adriatico”

ROMA -Tornano finalmente in mare i pescherecci in tutto l’Adriatico per rifornire dall’inizio della settimana i mercati, la filiera e

Pubblicato:23-09-2018 14:56
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:35
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ROMA -Tornano finalmente in mare i pescherecci in tutto l’Adriatico per rifornire dall’inizio della settimana i mercati, la filiera e la ristorazione di pesce fresco. È Coldiretti Impresapesca a dare la notizia della fine del fermo pesca che dal 13 agosto aveva bloccato le attività della flotta italiana da San Benedetto a Bari, dalle Marche all’Abruzzo, dal Molise alla costa adriatica della Puglia, dopo che il semaforo verde era già scattato per il tratto da Trieste a Pesaro il 10 settembre scorso.

Via libera dunque – sottolinea la Coldiretti – lungo tutta la costa adriatica a fritture e grigliate a “chilometri zero” realizzate con il pescato locale e meno rischi di ritrovarsi nel piatto, soprattutto al ristorante, prodotto congelato o straniero delle stessa specie del nazionale se non addirittura esotico e spacciato per nostrano. Un pericolo favorito dal fatto che – sottolinea Coldiretti Impresapesca – in Italia più di 2 pesci su 3 consumati nei territori interessati dal blocco vengono dall’estero.

Resta, invece, in vigore – nota Coldiretti – il divieto di andare in mare per i pescherecci dello Ionio e del Tirreno fino a Roma che durerà fino al 9 ottobre dove però è disponibile pescato proveniente dalle altre zone nazionali dove non è in atto il fermo pesca, dagli allevamenti nazionali o dalla seppur limitata produzione locale dovuta alle barche delle piccola pesca che possono ugualmente operare.


Per effettuare acquisti di qualità al giusto prezzo il consiglio di Coldiretti Impresapesca è comunque di verificare sul bancone l’etichetta, che per legge deve prevedere l’area di pesca (Gsa). Le provenienze sono quelle dalle Gsa 9 (Mar Ligure e Tirreno), 10 (Tirreno centro meridionale), 11 (mari di Sardegna), 16 (coste meridionali della Sicilia), 17 (Adriatico settentrionale), 18 (Adriatico meridionale), 19 (Jonio occidentale), oltre che dalle attigue 7 (Golfo del Leon), 8 (Corsica) e 15 (Malta). Ma ci si può anche rivolgere alle esperienze di filiera corta che Coldiretti Impresapesca ha avviato presso la rete di Campagna Amica.

La prossima tappa del fermo biologico 2018 – spiega Coldiretti Impresapesca – riguarderà l’alto Tirreno, da Civitavecchia a Imperia dal 1° ottobre al 30 ottobre. Dal 15 settembre si sono fermate le attività in Sardegna per un mese consecutivo mentre per la Sicilia la Regione ha disposto uno stop di un mese nel periodo compreso tra agosto e ottobre a scelta delle imprese. Coldiretti Impresapesca ha più volte negli anni chiesto una radicale modifica di questo strumento di gestione che non risponde più da tempo alle esigenze della sostenibilità delle principali specie target della pesca nazionale, tanto che lo stato delle risorse nei 33 anni di fermo pesca è progressivamente peggiorato, come anche parallelamente lo stato economico delle imprese e dei redditi.

Questo ha determinato nel periodo un crollo della produzione – conclude Coldiretti Impresapesca -, la perdita di oltre 1/3 delle imprese e di 18.000 posti di lavoro. L’auspicio è che dal 2019 si possa mettere in campo un nuovo sistema che tenga realmente conto delle esigenze di riproduzione delle specie e delle esigenze economiche delle marinerie.

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