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Migranti, a Firenze il digiuno di Don Santoro: “Salvini gioca sporco”

"Umanità è precondizione politica. Ora fronte non violento".

Pubblicato:23-08-2018 13:40
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:29
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ROMA – “L’umanità è un dovere che viene prima di qualsiasi cosa. E’ una precondizione della politica. Mi pare evidente, quindi, che Salvini sta giocando sporco, che da ministro dell’Interno voglia fare quasi il presidente della Repubblica”. Don Alessandro Santoro, storico volto e animatore della Comunità delle Piagge, spende parole durissime quando affronta la questione accoglienza e il caso della nave Diciotti, ferma al porto di Catania con circa 150 migranti a bordo. Lo fa sotto la prefettura di Firenze, durante “il digiuno della giustizia”, iniziativa partita lo scorso 10 luglio a Roma, e che si ripete nel capoluogo toscano ogni giovedì per protestare contro la logica “dei porti e delle porte chiuse”.  Oggi, continua don Santoro, “mi sembra di vedere quello che è successo negli anni Trenta del secolo scorso, con l’uomo forte al potere che offusca la coscienza delle persone e porta allo scempio del fascismo”. Per questo “bisogna davvero fare fronte ma in maniera intelligente, non violenta e con parole altre, che non possono essere quelle di questo becerume in atto”.

Il digiuno, in sostanza, testimonia “lo stato di allerta delle coscienze, che vogliamo risvegliare di fronte a questa ipocrisia”. Anche perché, per il sacerdote, “è inevitabile e giusto battere un colpo in Europa”, tuttavia “non si possono utilizzare i migranti, persone che hanno vissuto storie gravose, pesanti e molto difficili, come grimaldello per le politiche europee, per l’interesse e il consenso personale. Confondere queste esigenze è una cosa veramente tristissima”. Così, continua don Santoro, in questi giorni “ci troviamo con questa nave”, la Diciotti, “una nave della Guardia costiera italiana, che fa il suo dovere secondo le leggi del mare, ancora ferma lì a Catania dopo aver girato per tutto il Mediterraneo”. Persone che “si dovrebbe assolutamente accogliere, per poi cominciare, una volta accolte, a discutere, ad andare a ragionare su cosa l’Europa non fa, su come l’Italia sia questa sorta di porto avanzato sull’accoglienza migranti”. Invece, conclude, “il governo gioca a monopoli quando ci sono delle vite in gioco”.

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