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Diario di un bassista tra (i) Mille – Giorno 2

CESENA- Vi svelo una cosa. Uno dei segreti del Rockin'1000

Pubblicato:23-07-2016 11:46
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 08:55

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cesena_rockin1000-1CESENA- Vi svelo una cosa. Uno dei segreti del Rockin’1000 sono i batteristi. Perché diciamolo, senza di loro non starebbe in piedi nulla. Se non fossero più sincronizzati dei soldati dell’Armata Rossa, picchiando come un sol uomo (e con l’energia di un fabbro ferraio del Medioevo), la sfida sarebbe persa in partenza. Lo si era capito un anno fa al parco Ippodromo, in questi giorni allo stadio ne abbiamo la conferma.

Venerdì 22 luglio, ore 15, Cesena. Alla spicciolata arrivano i musicisti per la prima, vera prova strumentale tutti insieme: chitarre, bassi, batterie. I più coraggiosi sfidano il caldo e si mettono in coda per ritirare le cuffie (ebbene sì, suoniamo col metronomo e i comandi del maestro nelle orecchie. Altrimenti, sai che rumba). Gli altri, tra cui il sottoscritto, si accasciano all’ombra e aspettano che la fila si smaltisca, in compagnia di una buona birra fredda (a proposito, cinque euro alla baracchina del piadinaro è davvero troppo. Maledetti). In attesa di iniziare a provare, c’è chi si sistema ligio al dovere, chi si compra le magliette dell’evento e chi si mette la crema solare persino nelle orecchie. Perché oggi, se possibile, il sole picchia pure più dei batteristi.

Ne sa qualcosa il maestro Marco Sabiu, che dopo neanche un’ora resta in mutande per il caldo. “Adesso mi tolgo anche la camicia”, minaccia dalla torretta. Poveretto, le prova davvero tutte per zittire i tanti incontinenti che proprio non ce la fanno a non suonare nelle pause tra un pezzo e l’altro. Il suo urlo “Non suonate, cazzo” ormai è un must: dovrebbero stamparlo su una maglietta. Limited edition, ovviamente. Ma la gag del giorno è un’altra. A un certo punto, salta la corrente: prima a buona parte dei bassisti, poi anche ai chitarristi. Il motivo? “Abbiamo saputo- sbraita il capo dei tecnici, dall’alto della torretta del maestro- che qualcuno ha attaccato dei frigo portatili alle ciabatte. Staccateli, cazzo. Salta tutto!”. E vabbè, abbiamo pure qualche rocker fighetto. 


Contrattempi a parte, il pomeriggio fila via liscio, anche grazie a qualche nuvola e un po’ di vento che rinfresca i corpi sudati dei rockettari. Che le anime, quelle, restano infuocate. E lo vedi quando tutti i bassisti saltano come dei forsennati quando scatta il ritornello di Smells like teen spirit dei Nirvana. O dalle urla belluine verso i chitarristi, dall’altro lato del campo, quando attaccano il riff di Song 2 dei Blur. O ancora dall’incitamento ai batteristi a picchiare ancora più forte su Born to be wild. Niente, siamo fatti così: gasati a Mille. E la pelle d’oca alta un metro arriva a passo di carica quando, in serata, prendono posto i cantanti. Si sono preparati in questi due giorni al teatro Verdi e hanno fatto un gran lavoro: sono stati divisi per voce (soprano, mezzo soprano, eccetera) e, ovviamente, tra cori maschile e femminile. A ogni gruppo è stata assegnata una linea melodica diversa da cantare. Ne viene fuori un incrocio di voci e armonie che ti rapisce l’anima. Io mi stavo quasi commuovendo (vabbè, ho capito: mi sono rammollito).

cesena_rockin1000-7Tra noi svalvolati si aggira anche Fabio Zaffagnini, il matto che ha immaginato e organizzato tutto questo, con una faccia da godimento puro. “Vi ho ascoltati dagli spalti- dice- è una cosa incredibile, una botta impressionante. Il pubblico impazzirà domenica”. La sua soddisfazione è palese. “Abbiamo lavorato tantissimo- dice- in confronto, organizzare il Rockin’1000 dell’anno scorso è stata roba da nulla”. Mettere in piedi tutta la baracca di quest’anno, in effetti, costa circa mezzo milione di euro, coperti col crowdfunding, gli sponsor, la vendita dei biglietti e il merchandising. Chiudo con un curiosità, o mezza notizia, a seconda dei punti di vista. Perchè in fondo sono “un rocker prestato al giornalismo” (cit.), ma quando mi scappa di fare il mio lavoro non c’è Rockin’1000 che tenga. Un paio di settimane fa, è uscita una notizia su Novella 2000: un “rumor” che voleva niente meno che Paul McCartney esibirsi coi Mille. Tutti hanno subito gridato alla bufala, ma un fondo di verità c’è. A quanto pare, lo staff del Rockin’1000 avrebbe davvero cercato di contattare qualche “Dio del Rock”, McCartney compreso, perchè fossero presenti al concertone. Ci hanno provato anche con Patti Smith e Neil Young, che “sarebbe venuto”, sostengono, se non avesse avuto un impegno quasi in contemporanea a New York. Chissà.

P.s. Lo so, dopo quello che è successo (ancora?!) ieri a Monaco tutta questa allegria sfrenata può sembrare stonata. Ma nel mio piccolo, credo che la musica serva proprio a questo: a curare la paura, a combattere il terrore e a credere che un mondo migliore non solo è possibile, ma esiste già. Bisogna solo saperlo vedere, farlo riemergere e magari soffiargli via un po’ di polvere da sopra.

Di Andrea Sangermano, giornalista professionista (e rocker m/)

 

 

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