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Il Museo di Marsiglia mette in mostra il disastro dei rifiuti, dalle ecoballe alla Terra dei Fuochi

Al Museo delle Civiltà dell’Europa e del Mediterraneo l'unica installazione dedicata all'Italia racconta della Campania

Pubblicato:23-05-2017 17:04
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:15

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NAPOLI – MuCEM è l’acronimo di Museo delle Civiltà dell’Europa e del Mediterraneo. Ha sede a Marsiglia dal 2013, quando la città francese fu scelta come Capitale europea della cultura. Architetti di tutto il mondo si misero all’opera per rifarle il look e sul MuCEM si decise di puntare tutto, per far crescere la cultura e assottigliare quel legame indissolubile che c’era tra Marsiglia, criminalità e disagio sociale.

Nel nuovissimo e imponente museo, a dispetto del nome, del Mediterraneo si dà un’immagine tutt’altro che positiva.

Al secondo piano della struttura, molte installazioni della collezione “Vies d’ordures”, visitabili fino al mese di agosto, sono dedicate al rapporto tra l’uomo e i rifiuti, con percorsi che si dipanano tra un viaggio interattivo nelle discariche del Maghreb e un documentario su strampalate tecniche di riuso delle comunità Rom e Sinti.


L’INSTALLAZIONE DEDICATA ALL’ITALIA

Di fianco a raffigurazioni dei rifiuti di Casablanca e Il Cairo, spunta una mega installazione fatta di buste nere dell’immondizia, l’unica dedicata all’Italia.

E’ un mini-cinema, può accogliere poco meno di dieci visitatori, e ripercorre la storia dell’emergenza rifiuti in Campania. Il documentario, prodotto dal MuCEM e realizzato dal francese Franck Pourcel, è il racconto di un viaggio tra le mete più rappresentative del disastro rifiuti.

Si parte da cumuli di immondizia ripresi a Torre Annunziata e si continua a Scampia, dove “la camorra dagli anni ’80 ha fatto molti affari sotterrando rifiuti tossici”, scrive il MuCEM.

Segue un viaggio tra le ecoballe di Giugliano e la discarica di Pianura, poi si passa nel casertano, a Calvi Risorta, dove sono stati sotterrati oltre due milioni di metri cubi di rifiuti tossici.

C’è spazio anche per la Terra dei Fuochi, per l’inceneritore di Acerra e per la storia dei movimenti che in piena emergenza si sono opposti all’apertura della discarica di Chiaiano. Il documentario “Notre Époque 2014-2017” lascia trasparire l’immagine di una terra che non si è ancora lasciata alle spalle l’emergenza rifiuti e di movimenti popolari che a Chiaiano come ad Acerra hanno lottato invano contro discariche e inceneritori. In mostra ci sono anche locandine delle manifestazioni di quegli anni e perfino fischietti e t-shirt, cimeli di sit-in e cortei che attirano l’attenzione di centinaia di turisti di tutto il mondo.

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