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Pd: “Due terzi popolazione contro piano casa”

GENOVA - Ancora bagarre in Commissione regionale Ambiente

Pubblicato:23-05-2016 13:42
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:46

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GENOVA – Ancora bagarre in Commissione regionale Ambiente sulla discussione della modifiche al Piano casa proposte dalla giunta Toti per superare l’ostacolo dell’impugnazione della legge regionale da parte del governo. Rete a Sinistra, Movimento 5 Stelle e Pd hanno confermato la propria contrarietà al provvedimento votando no al testo di legge e, in parte, astenendosi sulle singole modifiche che, di fatto, recepiscono le richieste dell’esecutivo, in particolare in ottica di un miglioramento della regolamentazione dell’edificabilità nei parchi e nella aree protette.

genovaSolo il rappresentate di Rete a Sinistra, Gianni Pastorino, ha votato no anche alle quattro modifiche dell’articolato: “La mia ferma opposizione- commenta alla “Dire”- è dovuta al fatto che ritengo insufficienti e poco incisive le motivazioni per cui il governo ha impugnato la riforma regionale. Ero contrario anche al precedente Piano casa, tanto da aver presentato un maxiemendamento per un ‘Piano verde’ che poi si è trasformato in una proposta di legge”. Il Piano casa, attaccano i consiglieri Pd, Raffaella Paita e Giovanni Lunardon, “resta profondamente sbagliato per tante ragioni fra cui il suo carattere perenne” e la “direzione ostinatamente contraria rispetto alla tendenza nazionale che punta al consumo del suolo zero entro il 2050”. I dem si dicono stupiti dal fatto che il centrodestra canti vittoria su questo provvedimento sostenendo che solamente 33 Comuni liguri su 235 abbiano deciso di porre limiti alla nuova legge: “Forse- dicono con sarcasmo Paita e Lunardon- la giunta Toti non si è accorta, o meglio ha fatto finta di non accorgersi, che fra queste amministrazioni ‘dissidenti’ oltre a Genova, ci siano due capoluoghi di provincia (Savona e La Spezia)” e altri Comuni importanti perun totale di un milione di abitanti su un milione e mezzo di liguri e cioè i due terzi“.


genova_panorama_altoLe richieste di limitazione arrivate dal territorio, per il Pd dimostrano “ancora una volta come il Piano casa del duo Toti-Scajola sia una legge sbagliata e cementificatrice“. I dem ricordano anche che su “235 Comuni liguri,183 sono sotto i 5.000 abitanti e 99 sotto i 1.000: quindi molti non dispongono neppure di un ufficio tecnico che possa sbrigare le pratiche necessarie a chiedere l’esclusione dell’applicazione del Piano casa ad alcune porzioni del territorio”. Anche il Movimento 5 Stelle conferma la propria contrarietà alla legge regionale, sostenendo deve essere stralciata interamente senza se e senza ma, per fermare una volta per tutte la devastazione del territorio ligure“. I pentastellati motivano la propria astensione sui quattro articoli modificati per recepire le modifiche richieste dal governo come una non espressione “nel merito di modifiche di facciata il cui unico senso è quello di aggirare i profili di incostituzionalità sollevati da Roma. Cambiano le parole, vengono spostate le virgole, ma il risultato non cambia: siamo di fronte a una legge sbagliata e addirittura peggiorativa rispetto al Piano casa della precedente giunta Burlando, a suo tempo definito come ‘il più devastante d’Italia’ da associazioni ambientaliste e membri dello stesso Pd”.

Anche per i consiglieri di M5S “rilanciare l’economia edilizia della Liguria è una priorità ma non a scapito di un territorio già fortemente cementificato e, conseguentemente, fragile dal punto di vista del dissesto idrogeologico”. I grillini sostengono che avrebbero “voluto rilanciare il comparto edile per le opere di recupero del patrimonio esistente, per l’efficientamento energetico pubblico e privato e per le opere di ingegneria verde a tutela, eco-compatibile, del territorio”, ma accusano la giunta Toti di non offrire “soluzioni vere ai problemi della Liguria” e fare “solo spot che rischiano, tra i sorrisi, di provocare molti danni”.

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