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Aifi: “Noi con gli studenti di Palermo per tutelare i loro diritti”

"Chiediamo l'intervento dei ministeri per le iscrizioni dei massofisioterapisti"

Pubblicato:23-04-2018 10:20
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:48
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ROMA – Gli aspiranti fisioterapisti di Palermo si mobilitano contro “le innumerevoli richieste” di iscrizione al terzo anno del corso di laurea in Fisioterapia da parte di massofisioterapisti con diploma di scuole regionali. L’iniziativa degli studenti siciliani, nata per “difendere il futuro di professionisti da chi non ha titoli per frequentare“, nelle scorse settimane ha vissuto vari momenti di confronto. Il 27 marzo, ad esempio, è stata organizzata una manifestazione per esternare la loro “grande preoccupazione”, espressa anche tramite un incontro con il rettore dell’Università di Palermo che, però, “non ha dato una risposta chiara e univoca riguardo a un suo attivo coinvolgimento, quindi nel farsi da portavoce del problema soprattutto presso il Crui e i ministeri competenti”.

Gli studenti, infatti, ribadiscono “il danno subito da questa ripetuta lesione del diritto allo studio, portata avanti da parte di soggetti in possesso del titolo regionale di Massofisioterapia“. Un problema sorto con la “strumentalizzazione e l’interpretazione capziosa” della legislazione vigente legata alla sentenza del 2015 del Consiglio di Stato, con cui sono stati accolti i ricorsi di alcuni massofisioterapisti esclusi dalle università.

Per questo gli studenti chiedono al ministero della Salute e al Miur di emanare, alle luce delle ultime sentenze del Consiglio di Stato, un Decreto ministeriale che dia direttive alle università sul fatto che le attività formative post scuole di primo grado o di formazione ausiliaria non possono essere convertite in crediti formativi universitari.


Sulla vicenda AIFI già da anni ha posto la propria attenzione alla questione e, quando ha potuto, è intervenuta ‘ad adiuvandum’ delle università che avevano ricevuto i ricorsi. L’Associazione nazionale dei Fisioterapisti continuerà dunque a chiedere “con forza” l’intervento dei ministeri rafforzando la sua azione fino a raggiungere la soluzione definitiva del problema, oltre che a supportare gli studenti nel diffondere il movimento che si è generato facilitando la creazione di una rete con tutte le sedi universitarie italiane.

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