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Roma, Alfonsi: “Da oggi Piazza della Quercia ha di nuovo il suo simbolo”

ROMA - Da questa mattina piazza della Quercia

Pubblicato:23-04-2016 12:56
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:37

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sabrina alfonsi

ROMA – Da questa mattina piazza della Quercia ha di nuovo il suo albero. Un Leccio di circa 10 metri di altezza, donato dalla Confraternita di Santa Maria dei Macellai di Roma, che sulla piazza ha la sua sede storica, e” stato messo a dimora con una piccola cerimonia alla quale hanno partecipato la presidente del Primo Municipio Sabrina Alfonsi, il presidente della Confraternita Roberto Dionisi, l”assessora municipale all”Ambiente e Mobilita”, Anna Vincenzoni, il dirigente del Servizio giardini di Roma Capitale, Antonello Mori, e un rappresentante dell”Ordine degli Agronomi di Roma e Provincia.

“L”intervento di oggi- cosi” Alfonsi in una nota- chiude speriamo definitivamente una vicenda che ha suscitato nei mesi scorsi numerose polemiche e accuse di incuria e di incompetenza nei confronti dell”amministrazione capitolina assolutamente immotivate. Grazie alla generosita” della Confraternita oggi possiamo restituire alla piazza e alla citta” intera uno dei suoi simboli storici. La stessa cosa abbiamo fatto ieri, con la riapertura al pubblico di Villa Aldobrandini dopo il restauro, e ieri l”altro con le riaperture del Giardino degli Aranci e del Giardino Storico di piazza Cairoli, a due passi da qui. Ora- conclude- serve l”impegno di tutti affinche” questi luoghi di grande bellezza vengano preservati dal degrado”.


Gli accertamenti svolti in questi mesi, spiega il comunicato, non hanno potuto stabilire con certezza la causa della morte dell”albero abbattuto nello scorso dicembre per motivi di sicurezza. In ogni caso, la piazzola destinata ad accogliere l”albero e” stata ampliata rispetto a quella che aveva accolto per alcuni decenni la quercia malata. “Dopo il taglio della pianta, e i sospetti che tra le cause del deperimento della quercia ci fossero i lavori di ripavimentazione della piazza eseguiti qualche anno prima, che avrebbero causato un progressivo il soffocamento dell”apparato radicale, abbiamo deciso – in accordo con il Servizio giardini e con la collaborazione degli Agronomi – di riprogettare ex novo l”intervento di rimessa a dimora- aggiunge infine Vincenzoni- proprio per garantire alla nuova pianta le migliori condizioni possibili”. 

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