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Vacche sacre senza controllo, a Reggio Calabria scatta operazione: 13 bovini catturati

In provincia di Reggio Calabria le 'vacche sacre' circolano liberamente: sarebbero un centinaio di esemplari

Pubblicato:23-03-2018 17:40
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:40
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REGGIO CALABRIA – Tredici  i bovini catturati (di cui 7 abbattuti per ragioni igienico-sanitarie) nell’area dell’Aspromonte nell’ambito di un’azione per arginare la circolazione delle “vacche sacre”, fenomeno endemico del territorio provinciale di Reggio Calabria ed assurto a emblema delle prevaricazioni esercitate da famiglie di ‘ndrangheta nei territori della Piana e della Locride.

La libera e incontrollata circolazione di questi bovini, la cui stima si aggira intorno al centinaio di esemplari, rappresenta uno dei maggiori pericoli per i cittadini e per le proprietà adibite ad attività agricole. E la decisione di mettere in campo un’operazione per fermare il fenomeno è stata presa dopo un episodio clamoroso: una mucca sacra è entrata in un cimitero.

“L’aver saputo che una mucca ha varcato anche i cancelli di un cimitero – ha dichiarato il Prefetto di Reggio Calabria, Michele di Bari – ha fatto superare ogni soglia di tolleranza e pazienza. Le operazioni andranno avanti per limitare al massimo il problema”.


Il piano di controllo e prevenzione è stato disposto e coordinato dal prefetto Di Bari, ed affidato, per i profili operativi, al questore di Reggio Calabria, Raffaele Grassi.

Le operazioni sono il risultato di una intensa collaborazione istituzionale che, a partire dal presidente del Parco Nazionale Aspromonte, Giuseppe Bombino, ha visto a vario titolo impegnati: il procuratore distrettuale della Repubblica Vicario di Reggio Calabria, Gaetano Paci; il procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Palmi, Ottavio Sferlazza; il Comando provinciale del Carabinieri; il Comandante provinciale dei Vigili del Fuoco Gino Novello.

Coinvolti anche i sindaci dei Comuni di Cittanova, Ardore, Bova, Delianuova, Molochio, San Giorgio Morgeto, Pazzano, Polistena, Terranova Sappo Minulio e Taurianova.

Un ruolo non secondario lo hanno svolto l’Azienda sanitaria provinciale e alcuni specialisti provenienti dal Friuli Venezia Giulia, faunisti e biologi esperti in narcotizzazione dei animali di grossa taglia.

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