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Lombardia, intervista a Fontana: “Troppi immigrati? Colpa del governo”

Attilio Fontana, candidato della Lega Nord, intervistato dall'Agenzia Dire

Pubblicato:23-02-2018 14:47
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:31
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MILANO – La sanità in Lombardia “non solo è la migliore in Italia ma anche un’eccellenza in Europa, con 150mila prestazioni l’anno per i cittadini di altre regioni ed europei” dice Attilio Fontana, candidato dal centrodestra alla presidenza della Regione Lombardia, intervistato dall’agenzia Dire.

A chi lo attacca per le lunghe liste d’attesa, per la troppa presenza del privato, replica calmo: “Certo, ci sono problemi, uno è rappresentato della legge che impedisce alle diverse Regioni di fare nuove assunzioni. Anche per la Lombardia è una situazione problematica perché l’attività dovrebbe essere implementata con l’assunzione di nuovi medici o con lavoratori coadiuvanti, qualora non possano essere assunti. Per risolvere la questione delle cosiddette ‘liste d’attesa’ il primo passo per una soluzione è quindi un piano di assunzioni. Il secondo punto riguarda l’entrata in vigore della nuova riforma sulla cronicità, che una volta applicata potrà portare miglioramenti”.

Fontana ricorda anche la delibera dell’attuale Giunta regionale, che ha messo in chiaro le varie liste d’attesa presso i diversi ospedali lombardi, in modo che i cittadini possano scegliere a chi rivolgersi, visto che alcune strutture ospedaliere hanno liste più lunghe, mentre altre più limitate. “La flessibilità nel poter fare questa scelta comporterà presumibilmente la riduzione delle liste”.


Ce la farà ad abolire i ticket? “Ne ho l’ambizione. Se, come io mi auguro, il governo attuerà in modo sollecito la riforma per l’autonomia, questo mio auspicio sarà una certezza. Nel momento in cui avremo più risorse e autonomia, l’abolizione dei ticket sarà uno dei primi provvedimenti che realizzeremo”.

FONTANA: TROPPI IMMIGRATI? COLPA DEL GOVERNO

“Non è solo l’immigrazione a creare problemi, anche se l’eccessiva immigrazione li causa. E’ un dato di fatto: basta guardare il numero di stranieri detenuti nelle nostre carceri, circa il 38% non sono cittadini italiani. Questo vuole dire che un collegamento ci deve essere”. Risponde così Attilio Fontana, candidato del centrodestra alla presidenza della Regione Lombardia, a chi gli chiede se non è pericoloso legare il tema accoglienza dei migranti a quello della sicurezza.

In Lombardia, sottolinea Fontana nella videointervista all’agenzia Dire, “siamo contro la gestione dell’immigrazione che hanno fatto gli ultimi due governi che si sono succeduti, i quali hanno detto ‘vi facciamo entrare tutti e vi ospitiamo per un anno e mezzo o due, finché non si stabilisce il diritto a ottenere o meno lo status di profugo’. Una volta che si è determinato che a taluni individui non è concessa la ‘qualifica di profugo’, oggi accade che queste persone vengono abbandonate a se stesse, sono lasciate sole sul territorio. Costoro non avendo né risorse né casa, e spesso non hanno nulla del tutto, è chiaro che diventano un problema sociale. Accoglienza vuole dire anche sapere prevedere i numeri di chi accogli e avere la consapevolezza di un processo di integrazione”.

Il presidente uscente Maroni ha iniziato un percorso per una maggiore autonomia della Lombardia. Lei, se eletto, vorrebbe portare anche la sicurezza tra le competenze di autonomia regionale? “Io vorrei tutte le 23 materie come credo sia l’ambizione di tutti i governatori delle Regioni d’Italia. Tutti le pretenderanno. Queste 23 materie rappresenterebbero non solo più risorse da un punto di vista economico, ma soprattutto una capacità decisionale, programmatoria, organizzativa, che farebbe la vera differenza. Aumenterebbero l’efficienza lombarda, che consentirebbe di dare delle risposte migliori ai cittadini”.

FONTANA: ORDINI DA SALVINI? NO, DA CITTADINI

Attilio Fontana prendera’ ordini da Salvini segretario della Lega? “No, io prenderò ordini dai cittadini e dal mio programma. Eleggendo me, i cittadini avranno votato il mio programma elettorale e questo sarà il mio punto di riferimento”, dice il candidato del centrodestra alla presidenza della Regione Lombardia, nella videointervista rilasciata alla Dire.

“Nella mia storia politica- prosegue- ho dimostrato di sapermi anche ribellare a colui che era il vero padre della Lega, Umberto Bossi. Quando, mentre ero sindaco di Varese, in Parlamento l’onorevole Bossi prese decisioni che, secondo me, andavano contro le leggi dei cittadini, organizzai delle manifestazioni contro il governo perché ero contrario a quelle imposizioni. Credo di avere un’autonomia intellettuale tale da non prendere ordini da nessuno”.

La Lombardia sotto la presidenza di Fontana sarà una Regione più federalista o più sovranista? Prima l’Italia come dice il segretario della Lega, Matteo Salvini?

Le due cose non sono in contraddizione: l’autonomia- osserva Fontana- è qualcosa che attiene alla capacità organizzativa e di sviluppo dei territori, e il fatto che tutto ciò debba avvenire nel quadro dell’unità d’Italia è chiaramente qualcosa da tenere in considerazione nella sua complessità. Ma l’autonomia non è in conflitto, anzi, si offre come un aiuto al miglioramento di tutto il Paese”.

FONTANA: FASCISMO VA COMBATTUTO

Avverte il pericolo che il fascismo possa tornare in Italia? Attilio Fontana è antifascista?

“In 65 anni di vita Attilio Fontana- risponde il candidato del centrodestra alla presidenza della Regione Lombardia- ha dimostrato di non avere nulla a che fare con il fascismo. Credo che il pericolo di un ritorno del fascismo in Italia sia un falso problema, penso sia un modo per non parlare dei temi veri che riguardano i cittadini. Ritengo che il fascismo sia da combattere così come il comunismo che sono stati due regimi totalitari, oggi scomparsi”.

E cosa pensa il leghista Fontana di Papa Francesco quando spinge la politica a ragionare sugli immigrati in termini non di respingimento ma di accoglienza? “Penso che il Papa lo debba fare. Un conto è la politica, altro conto sono la fede e la religione. Il politico ha il compito di fare delle valutazioni per risolvere i problemi dei cittadini che si sono affidati a lui”, sottolinea il candidato del centrodestra alla presidenza della Regione Lombardia.

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