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Elezioni, il dem Lepore: Dopo voto (“Sappiamo non andrà bene”) alleanza tra città sul debito dei Comuni

Lepore lo ha detto l'altra sera partecipando ad un'assemblea organizzata da Labas sulle città e sulle forme auto-organizzate

Pubblicato:23-02-2018 12:46
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:31

matteo_lepore
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BOLOGNA – La tornata elettorale del 4 marzo? “Sappiamo che non andrà bene, io non sono molto fiducioso“. Parole di Matteo Lepore (Pd), assessore alla Cultura e al Turismo del Comune di Bologna, figura di punta della giunta di Virginio Merola. E se su scala nazionale non è ottimista, anche a livello locale il verdetto è netto: “Non esiste più un partito forte che governa la città“. Temi toccati da Lepore l’altra sera nell’assemblea negli spazi di vicolo Bolognetti assegnati a Labas. Presente il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris. 

Poi l’indomani, sul suo blog l’assessore raccomanda: “Alle elezioni la priorità adesso è una: votare Pd e creare le condizioni politiche per il governo del centrosinistra, credere nel cambiamento dello schema di gioco di chi vuole che la destra abbia già vinto nel paese e nel Parlamento”.


LEPORE: IO CREDO MOLTO NELLE CITTA’

“E’ sempre di più la città il luogo dove i soggetti che si auto-organizzano nella società assumono protagonismo”, era la traccia proposta da Labas. Lepore ha colto l’invito. “E’ importante confrontarsi, soprattutto su queste parole chiave, perchè credo molto nella politica municipale“, sottolinea l’assessore: c’è chi si candida “da altre parti. Ognuno sceglie le proprie strade e tanti lo stanno facendo adesso alle politiche. Io credo molto nelle città e penso che le città, anche alleandosi tra loro” possano “dire cose importanti”. In questa prospettiva, “non possiamo pensare- dice Lepore – che basti semplicemente la ricetta del conflitto fine a se stesso o, nel lungo periodo, l’organizzazione delle persone per il bene comune. Dobbiamo avere l’ambizione di cambiare il governo delle città e dei Paesi per ridare forza alle istituzioni e all’investimento pubblico sui beni comuni e sulle politiche di welfare, culturali e ambientali”.


“IL FUTURO E’ L’ALLEANZA TRA CITTA’, CON QUALUNQUE GOVERNO”

In particolare, Lepore invoca una “alleanza tra città” sul debito delle amministrazioni (che, proprio ieri, ha visto De Magistris manifestare a Montecitorio). “E’ il tema del futuro“: su questo bisognerà confrontarsi con “il prossimo Governo, qualunque sia, non importa se di destra o di sinistra. O meglio importa ma sappiamo che non andrà bene, io non sono molto fiducioso”.

“NON C’E’ PIU’ IL WELFARE DI UNA VOLTA, BISOGNA RICOSTRUIRE DAL BASSO”

Proseguendo, l’assessore si sofferma sulla necessità di “ridare forza al welfare municipale” e, come esempi virtuosi del passato, ricorda come a Bologna ci fu la prima assegnazione di uno spazio pubblico alla comunità gay e la nascita di un’articolata rete di centri sociali anziani. “Si potevano avere i bus gratis e un certo welfare- continua Lepore- perchè c’era un Partito comunista forte e finanziato, cosa mai detta nella storia della città, dalla Dc grazie al compromesso storico”. Queste condizioni “non ci sono più e bisogna ricostruire dal basso“, è la ricetta di Lepore: “Le forme della politica oggi sono estremamente deboli, soprattutto quelle della sinistra storica. Un Partito comunista non esiste più e non esiste più neanche un partito forte che governa la città“.

“ANCHE CHI LA PENSA DIVERSAMENTE PUO’ LAVORARE INSIEME”

Dunque Lepore sottolinea “la necessità che forze diverse tra loro, che la pensano anche in maniera diversa su tante cose, si coalizzino e discutano, perchè coalizzarsi non vuol dire andare a governare insieme o candidarsi insieme alle elezioni. Vuol dire innanzitutto iniziare a confrontarsi sul fatto che la rappresentanza popolare che dà forza alle istituzioni e a un discorso sui diritti e sui beni comuni oggi è senza una forma. A Bologna questa cosa oggi non c’è e deve tornare ad esserci”. Per riuscirci “degli spazi ci sono, credo però che questo discorso- aggiunge Lepore- non possa essere portato avanti con un fronte populista, io credo in un discorso più democratico”.

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