ROMA – “A sinistra c’è ‘na mappata de concorrenti, da Giachetti in poi quanti so’? Cinque, sei… Al centrodestra l’hanno offerto a tutti: a Dalla Chiesa, a coso. Dico, offritemelo pure a me! I 5 Stelle non vogliono una faccia conosciuta, che c’è rimasto, il Centro? Marchini? Perché no? Me posso presenta’ pure io”. E’ una autocandidatura “provocazione” quella dell’attore Enrico Montesano, che a margine di un evento a villa Borghese parla con i cronisti dei candidati a sindaco di Roma.
“Ma è una battuta provocatoria”, ripete Montesano, che aggiunge: “Vuole sapere per chi voterò? Vediamo i programmi e poi speriamo che facciano qualcosa per la nostra città. Ma lo sapete che il sindaco, poveraccio, non può fa’ niente? Adesso con questa battuta mi faccio un sacco di amici: sono gli inamovibili che bisognerebbe muovere, o smuovere, per indurli ad amare di più la città. Perché il sindaco è un uomo solo al comando. La nostra- conclude Montesano- è una Ca-pitale, dove ognuno viene, soddisfa i propri bisogni e se ne va. E invece Roma dovrebbe essere amata e rispettata”.
di Nicoletta Di Placido, giornalista professionista
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