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Studenti in bolletta all’Alma mater, e c’è chi rischia di dover lasciare gli studi

BOLOGNA - Studenti che faticano a pagare le tasse

Pubblicato:23-02-2016 11:43
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:01

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AlmaMater_Scienze politicheBOLOGNA – Studenti che faticano a pagare le tasse e restano in debito, rischiando così il blocco della carriera universitaria. Per l’Alma Mater di Bologna è un problema che si presenta “con una frequenza sempre più assillante”. A metterlo nero su bianco è la Garante degli studenti, Dolores Neri, nella relazione sull’attività svolta nel 2015. Il problema si è accentuato “in maniera drammatica” da ottobre, con l’introduzione del nuovo Isee che ha di fatto escluso molti studenti dai benefici Ergo, su cui avevano confidato “per intraprendere gli studi universitari”. Insomma, una situazione “negativa e indubbiamente pregiudizievole del diritto allo studio”, censura la Garante, a cui il piano di aiuti messi in campo dall’Alma Mater e da Ergo ha “limitatamente mitigato”. Sulle 178 istanze ricevute l’anno scorso, 54 hanno riguardato l’ambito economico (ma furono 70 l’anno scorso) e di queste 30 erano per richieste di contributi. Nel triennio 2013-2015 sono state 569 le segnalazioni degli studenti alla Garante, di cui 182 per motivi economici. In questo periodo, sottolinea Neri, sono “progressivamente aumentate le istanze relative a problemi attinenti alla fruizione di benefici Ergo e alla concessione di contribuzioni straordinarie”.

AlmaMater_università_Bo2Anche nel 2015, afferma la Garante, “il problema che è stato posto con frequenza sempre più assillante attiene all’estrema difficoltà degli studenti che, per qualche ragione, non possono usufruire dei benefici Ergo (o sono decaduti), di provvedere al pagamento dei contributi universitari” e, nel caso di fuorisede, anche di “sostenere le spese per il mantenimento” in città. La morosità, sottolinea Neri, “determina il blocco della carriera universitaria con conseguente impossibilità di sostenere esami”. Il problema è ancora più pressante per gli studenti extra Ue, che “in genere non sono in grado di mantenersi presso la sede universitaria se non usufruendo di borse di studio”, perchè non possono ottenere o rinnovare il permesso di soggiorno. In verità la Garante in molti casi non ha potuto fare granchè, stante “l’inderogabilità della normativa in materia”, se non invitare gli studenti in difficoltà a partecipare ai bandi per le borse di studio. I casi “più meritevoli di attenzione” sono stati però segnalati all’Ergo e direttamente al rettore, per ottenere l’esonero parziale o totale dalle tasse. I casi “in cui lo studente era prossimo alla conclusione degli studi e alla criticità della situazione economica si accompagnavano soddisfacenti requisiti di merito, hanno avuto in genere esito positivo”.

Nel corso del 2015, si legge ancora nella relazione della Garante, si è poi verificato di frequente “il ritardo con cui le segreterie procedono al controllo finale della regolarità contributiva degli studenti, che in più occasioni si sono visti comunicare solo in prossimità della laurea un notevole debito”. In un caso, uno studente lavoratore è riuscito a reperire la somma necessaria, comunicata pochi giorni prima la discussione della tesi, “solo negli ultimi minuti utili per rispettare il termine di pagamento”. Infine, alcuni studenti hanno protestato per i 30 euro che l’Ateneo pretende per rilasciare un duplicato del badge, anche in caso di furto. La segnalazione della Garante “ha indotto gli organi competenti a valutare la possibilità di eliminare il costo, allineandosi così alle altre Università italiane”.


di Andrea Sangermano, giornalista professionista

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