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“Colonie pensali, così non va”. Mura (Pd) presenta un’interrogazione al ministro Orlando

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Pubblicato:23-02-2015 14:15
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:08

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Il carcere sardo Is Arenas (Foto L'Unione sarda)

Il carcere sardo Is Arenas (Foto L’Unione sarda)

CAGLIARI – “Nelle tre colonie penali presenti in Sardegna, a fronte di circa 750 posti disponibili, attualmente vi lavorano solo 284 detenuti. Tale situazione determina un collasso delle attività lavorative e produttive, con ripercussioni negative sulle finanze dello Stato”. A poche settimane dall’allarme lanciato dal consigliere regionale Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo diritti riforme”, la situazione delle colonie penali sarde sbarca a Montecitorio, dove la deputata Romina Mura ha presentato un’interrogazione al Ministro della Giustizia Andrea Orlando per prendere atto di una “situazione paradossale che è stata denunciata più volte, senza che sia mai stata adottata alcuna misura per risolvere un problema che risulta insostenibile anche agli occhi dell’opinione pubblica”. Gli ultimi dati del Ministero della giustizia indicano “una condizione critica delle colonie- chiarisce Mura- a Is Arenas (Arbus), 2.700 ettari di territorio, compresi spiaggia e terre incolte, lavorano 72 detenuti per 176 posti disponibili; non è diversa la situazione di Mamone (a Lodè) dove per la stessa estensione territoriale sono presenti 123 reclusi, mentre la capienza regolamentare è di 392. Analogamente a Isili (800 ettari) lavorano 89 ristretti per 180 posti”.

Per Mura sarebbe dunque “opportuno introdurre la possibilità di consentire l’accesso alle colonie penali situate in Sardegna ai detenuti che debbano scontare una pena residua fino a 6-8 anni (mentre attualmente per accedervi la pena inflitta o residua non deve superare i quattro anni)”.

In alternativa, per il deputato del Pd, si potrebbero svincolare i terreni non utilizzati, “restituendoli alle comunità locali, al fine di valorizzare le aziende agricole e favorire nuove iniziative imprenditoriali da parte di giovani e disoccupati”.


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