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Fvg Pride l’8 giugno a Trieste, “contro la deriva xenofoba”

TRIESTE - "Non si può far finta di niente, e non si può più stare zitti. Da quando ci sono

Pubblicato:23-01-2019 17:01
Ultimo aggiornamento:23-01-2019 17:01
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TRIESTE – “Non si può far finta di niente, e non si può più stare zitti. Da quando ci sono state le elezioni, c’è stato un cambiamento radicale di atteggiamento che si è esplicato con dei fatti ben precisi mirati a togliere piccoli diritti che avevamo in tutti questi anni conquistato”. Lo sostiene la presidente di Arcigay arcobaleno Trieste-Gorizia, Antonella Nicosia, annunciando per l’8 giugno prossimo a Trieste la parata conclusiva della seconda edizione del “Friuli Venezia Giulia Pride”.

E’ stata scelta Trieste perché città da sempre multietnica– continua Nicosia-, proprio perché Pride è ‘intersezionale’: riguarda noi, i migranti, le donne, la violenza sulle donne. Ed è giusto essere presenti e far sentire la nostra presenza a queste amministrazioni che dovrebbero rappresentare tutti i cittadini, ma in realtà rappresentano solo la parte che li ha eletti”.

Rispetto a due anni fa, in occasione del primo storico “Fvg Pride 2017” tenutosi a Udine, hanno sottolineato gli organizzatori in conferenza stampa, la situazione è profondamente cambiata, si vive una deriva xenofoba, e non ci si aspetta la stessa accoglienza da parte delle istituzioni.


 


“Solo l’annuncio di questa presentazione- aggiunge Nacho Quintano Vergara, vicepresidente del comitato Fvg Pride- ha fatto sì che il Comune di Trieste abbia subito negato il patrocinio, e scatenato preghiere e quant’altro. Ma non abbiamo chiesto contributi, anzi, ci autofinanziamo. Se qualche istituzione vorrà patrocinare, questo sarà puramente un atto simbolico”.

Per questo, sottolineano gli organizzatori, si conta molto sulla risposta della società civile, visto che il Pride “è una manifestazione per i diritti civili, non solo delle persone Lgbtqia, ma di tutti”. Secondo Vergara, “è sbagliato chiamarlo ‘Gay Pride’, oramai usato con accezione negativa, perché il primo ‘pride’ è nato non da uomini, ma da una rivolta per di diritti di donne e transessuali”.

E conclude: “Per questo ci riconosciamo nei principi del femminismo per la parità e l’autodeterminazione delle donne, nella lotta contro il razzismo e ogni forma di fascismo e totalitarismo”.

La manifestazione di Trieste sarà preceduta da un mese di eventi di carattere sociale, educativa e di intrattenimento culturale, legati a tematiche Lgbtqia, che si svolgeranno in maniera “diffusa” toccando tutti i maggiori centri del Friuli Venezia Giulia.

di Milos Malinic

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