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Terrorismo, arrestato italiano: istigava alla guerra santa sui social

PALERMO - Dopo la conversione all'islam nel 2011 ha iniziato a utilizzare i social network per istigare al terrorismo e

Pubblicato:23-01-2019 08:23
Ultimo aggiornamento:23-01-2019 08:23
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PALERMO – Dopo la conversione all’islam nel 2011 ha iniziato a utilizzare i social network per istigare al terrorismo e ora è stato arrestato. Protagonista un 32enne di Catania, destinatario di una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale etneo su richiesta della Procura.

L’arrestato si chiama Giuseppe D’Ignoti, finito in carcere al termine di una indagine che ha portato alla luce episodi verificatisi tra il 2016 e il 2017. L’uomo si era convertito all’islam nel 2011, mentre scontava una pena per violenza sessuale nel carcere di Caltagirone. Gli investigatori hanno acquisito dichiarazioni di persone venute in contatto tramite whatsapp con l’arrestato. Sul telefonino di D’Ignoti, inoltre, sono state trovate tracce di una “intensissima attività di proselitismo” in vari gruppi, all’interno dei quali si celava sotto lo pseudonimo di ‘Ahmed’, fingendosi di nazionalità egiziana. Ai partecipanti alla chat inviava numerosi video e immagini con scene cruente e decapitazioni ad opera delle milizie dell’Isis.

Trovati anche i cosiddetti ‘Nasheed’, i tipici canti che inneggiano all’Isis e alla Jihad. Lo stesso D’Ignoti, dopo avere incitato alla guerra santa, invitava a uccidere “gli infedeli” e a “conquistare”, l’occidente. Nelle chat l’uomo affermava inoltre che quelli che la pensavano come lui erano presenti in modo capillare in Italia e pronti ad agire. In alcune intercettazioni telefoniche l’uomo incitava a prendere un fucile o un coltello e ad andare ad ammazzare qualcuno, ovvero a “fare pulizia a Milano, in Calabria…”. Via chat l’indagato inviava anche inni, immagini e video in favore dello stato islamico. Tra questi anche il video di Giulia Sergio, detta Fatima, la prima ragazza italiana che ha aderito alla Jihad trasferendosi nel 2015 in Siria e che è stata condannata per terrorismo, ma anche un filmato di fustigazione di donne sotto le leggi della Sharia.


di Salvatore Cataldo

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