BRUXELLES – La Catalogna continua a credere nell’indipendenza. Lo dimostrano i risultati dei seggi elettorali, in cui, a fronte di un’affluenza alle urne all’81,94%, le forze indipendentiste prevalgono in 70 seggi su 135, con il 47, 5% dei voti.
Il primo partito è stato Ciudadanos (centrodestra), la cui giovane leader, Inés Arrimadas, non è catalana e siederà alla presidenza della Generalitat, l’Autonomia. Messo all’angolo, invece, il partito del premier Mariano Rajoy.
“Nonostante la repressione, la manipolazione mediatica, la criminalizzazione, un candidato in esilio e uno in carcere, i partiti pro-indipendenza hanno vinto le elezioni e l’unionismo sta celebrando una vittoria che è fantasia”. Così Carles Puigdemont ha commentato nella notte la vittoria dei partiti indipendentisti alle elezioni catalane.
“La Repubblica – ha aggiunto l’ex presidente della Generalitat catalana – ha battuto la Monarchia dell’articolo 155. La ricetta di Rojoy non funziona. Domani l’articolo 155 deve essere sospeso, i prigionieri politici devono essere rilasciati e noi dobbiamo tornare dove gli elettori hanno detto che dobbiamo stare”. “La ricetta Rajoy non ha funzionato, ha peggiorato la situazione”, ha proseguito Puigdemont. “La ricetta Rajoy è imprigionamento, esilio, repressione, violenza, timore, guerra economica, e non ha funzionato. Pertanto, chi deve rispondere di queste contraddizioni, deve farlo”.
Ieri, nelle elezioni regionali anticipate dopo il referendum del 1° ottobre e la sospensione dell’autonomia della Catalogna da parte del governo di Madrid, le forze indipendentiste (Junts per Catalunya di Puigdemont, Esquerra Republicana de Catalunya Erc di Oriol Junqueras e Candidatura d’Unitat Popular Cup), hanno ottenuto la maggioranza assoluta dei seggi in parlamento, 70 su 135. Come primo partito, però, si sono affermati gli unionisti di Ciudadanos.
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