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Donne, Lucia Annibali: “Su violenze evitiamo stereotipi e drammatizzazione”

Lucia Annibali non è affezionata alla definizione dell'omicidio di identita', proposto nella scorsa legislatura e fermo in commissione.

Pubblicato:22-11-2018 18:47
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:49
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ROMA – “A me non piace la drammatizzazione dei toni e delle immagini sul tema della violenza contro le donne. Non mi piace il linguaggio e i toni utilizzati per raccontarla, nè che si faccia riferimento ai singoli casi e alle singole storie”. Sono le parole di Lucia Annibali, deputata Pd, intervistata dalla Dire sulla giornata simbolo del 25 novembre.

“Proprio in occasione della mozione che abbiamo presentato come Pd- spiega Annibali- ho fatto un’espressa dichiarazione di voto per parlare in modo diverso di questo tema. Bisogna dare a queste donne una prospettiva di futuro e di speranza ed evitare gli stereotipi narrativi. Anche il processo, ad esempio, non è solo il momento del dolore, ma anche della verità”.


Anche per questo Lucia Annibali non è affezionata alla definizione dell’omicidio di identita’, proposto nella scorsa legislatura e fermo in commissione. “Puo’ essere una risposta legale e tecnica ad una modalita’ di aggressione e di violenza. Sul piano personale pero’, per la mia sensibilita’, è una definizione molto forte e solo in senso negativo. Non mi riconosco come una donna che ha perduto l’identità”.

CODICE ROSSO, ANNIBALI: ESISTE GIA’ NORMA PER PRIORITA’ PROCESSI

“La proposta di legge Codice rosso viene dal governo, precisamente dalla Lega. Bisogna studiarla approfonditamente, ma per la trattazione prioritaria di questo tipo di processi esiste già una specifica norma. E’ la legge sul femminicidio della scorsa legislatura, 132 bis delle disposizioni attuative del codice procedura penale, confermata con le linee guida del Csm che hanno posto la questione proprio in termini di organizzazione degli uffici. Cosa puo’ aggiungere di piu non so”. E’ il commento di Lucia Annibali, intervistata dalla Dire sulla giornata del 25 novembre.

L’aspetto legale, l’aspetto culturale e il linguaggio della cronaca sulla battaglia contro la violenza alle donne devono procedere insieme. Per questo Lucia Annibali alla nuova rubrica DireDonne augura di “non cadere nei luoghi comuni, sia quelli delle parole che delle rappresentazioni”.

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