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Cambiare abitudini per cambiare il mondo, la storia di Enrico

Ha fondato un collettivo per portare avanti la lotta ambientale, ha cominciato a lasciare a casa il motorino e ora vuole 'convincere' anche i suoi genitori

Pubblicato:22-09-2019 09:56
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:43
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ROMA – Il 20 agosto 2018 Greta Thunberg, un’adolescente svedese, ha deciso di non frequentare la scuola e si è seduta fuori dal Riksdag, il Parlamento di Svezia, con il cartello ‘Skolstrejk för klimatet’. A un anno di distanza, gli ‘scioperi per il clima’ hanno contagiato i ragazzi delle città di tutto il mondo, che sono scesi in piazza per chiedere ai governi di intervenire per ridurre le emissioni di anidride carbonica e dare risposte concrete al fenomeno dei cambiamenti climatici. Quel fermento ha coinvolto anche Enrico, studente dell’istituto Rousseau in Via delle Sette Chiese, a sud di Roma. Una scuola periferica dove il tema del rispetto dell’ambiente non trovava spazio, offuscato da problemi più evidenti come quello dell’edilizia scolastica.


 


“Ma proprio perché la mia scuola è sempre stata poco attiva- racconta Enrico all’agenzia di stampa Dire- ho deciso di mettermi in gioco e fondare un collettivo che avesse come primo punto il tema dell’ambiente”. Coinvolgendo un numero sempre maggiore di studenti, il collettivo ha preso parte, ogni venerdì, agli scioperi per il clima. Ma invitare le istituzioni a fare il loro dovere non è sufficiente, se non si è coinvolti in prima persona per cambiare le cose. Così Enrico ha deciso di lasciare a casa macchina e motorino per spostarsi solo con i mezzi, comprare vestiti al mercatino dell’usato e utilizzare uno shampoo solido per evitare le confezioni di plastica.

“Adesso sono molto più attento su questo tema- commenta Enrico- Si è creata in me una consapevolezza diversa e, nel mio piccolo, cerco di fare il possibile per cambiare le cose”. Nelle scuole del centro parlare di questi temi è più semplice, e diversi istituti, in vista del nuovo anno scolastico, hanno adottato misure plastic free. Per la scuola di Enrico, invece, la strada è ancora lunga, ma “io ho molta speranza- afferma il ragazzo-. Pian piano stiamo facendo azioni di sensibilizzazione all’interno delle scuole, che sono il luogo più importante per educare le persone, perché noi siamo il futuro”.

Spazio quindi a manifestazioni, collettivi ma anche azioni concrete come una giornata dedicata alla pulizia della scuola, in programma nel corso dell’autogestione invernale. “Speriamo che gli studenti portino questo discorso anche all’interno delle loro case- aggiunge Enrico- noi siamo molto più informati e coscienti dei nostri genitori, quindi chi meglio di noi può parlargli di questa emergenza e sensibilizzarli?”.

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