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Sos radiazioni, Esa al lavoro sugli scudi spaziali del futuro

radiazioni nello spazio I viaggi nello Spazio profondo sono il futuro: volare verso Marte è l’obiettivo più

Pubblicato:22-07-2016 11:19
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 08:55
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radiazioni nello spazio

I viaggi nello Spazio profondo sono il futuro: volare verso Marte è l’obiettivo più noto e ambito delle prossime esplorazioni e per riuscirci entro il 2030, data prefissata per il primo volo umano sul pianeta rosso, gli scienziati sia dell’Esa che della Nasa sono al lavoro per minimizzare le difficoltà.

L’Agenzia spaziale europea (Esa) si sta concentrando sulle radiazioni. E’ stato messo a punto un sistema indossabile che in tempo reale spedisce sulla Terra un’istantanea delle radiazioni a cui è esposto un astronauta a bordo della Stazione spaziale internazionale. Il sistema European Crew Personal Active Dosimeter- EuCPAD- somiglia un caricatore portatile per smartphone ed
è stato inviato sul più avanzato avamposto umano nello Spazio con l’ultimo viaggio del Falcon, così da essere pronto per novembre, quando l’astronauta Thomas Pesquet lo sperimenterà durante la sua missione.

L’esposizione alle radiazioni aumenta con l’altitudine. Così, chi vive in montagna è più esposto di chi vive in riva al mare, mentre gli equipaggi degli aerei ricevono una dose di radiazioni ancora superiore. Stessa cosa accade agli astronauti in missione, tant’è che sono specificamente classificati come lavoratori esposti alle radiazioni.


EuCPAD-radiazioni-nello-spazio-1Per tenere sotto controllo questo aspetto indossano sempre una sorta di dosimetro, che monitora il grado di esposizione per evitare che questa sia superiore ai limiti consentiti. E’ un sistema che funziona, ma è perfettibile. Per questo gli scienziati e i tecnici dell’Agenzia spaziale europea hanno creato l’European Crew Personal Active Dosimeter- EuCPAD-, dosimetro elettronico che manda informazioni in tempo reale sull’esposizione e sulle radiazioni dell’ambiente intorno all’astronauta.

E’ un sistema in grado di distinguere anche tra i diversi tipi di radiazione, capace di riconoscere anche le alte energie delle radiazioni cosmiche che vengono da lontano, da oltre la nostra Via Lattea. Uno dei pericoli maggiori a cui saranno esposti gli astronauti che prenderanno parte alle missioni del futuro è quello delle radiazioni cosmiche galattiche, che hanno origine al di fuori del Sistema Solare e sono caratterizzate da nuclei atomici ad alta energia e alta velocità, schizzati via dalle stelle morenti.

Sprigionano un’energia così forte da rendere impossibile, al momento, uno scudo totale verso di loro. Addirittura, un protezione potrebbe peggiorare le cose, dando vita una specie di doccia di particelle secondarie. Per questo è importante capire come si comportano le radiazioni.

L’European Crew Personal Active Dosimeter è stato sperimentato già sulla Stazione spaziale lo scorso settembre con la missione dell’astronauta Esa Andreas Mogensen. Grazie alla nuova spedizione sarà regolarizzato l’invio di dati a terra in tempo reale. Questo permetterà di capire anche quali zone della Stazione spaziale sono più esposte alle radiazioni e quali più riparate, e di dare così indicazioni per costruire le navi spaziali del futuro.

Anche la Nasa, intanto, sta lavorando guardando ai prossimi anni e allo Spazio profondo. L’agenzia statunitense si è infatti alleata con il Baylor College of Medicine di Houston per sviluppare approcci nuovi e sicuri per la salute degli astronauti impegnati in missioni di lunga durata, come quella che li porterà su Marte. Il Nasa Translational Research Institute (NTRI) si occuperà di trasformare la teoria in pratica, creerà un modello che partendo dai risultati delle analisi cliniche provvederà a degli strumenti per la salute e la cura degli astronauti.


Le news di questa settimana

Un buco sulla superficie del Sole
Sul Sole è stato scoperto e filmato un enorme ‘buco’. Le straordinarie immagini sono arrivate sulla Terra grazie al programma di osservazione del Solar Dynamics Observatory (Sdo) della Nasa, un telescopio spaziale lanciato l’11 febbraio 2010 proprio per studiare la nostra Stella. Ma quello che noi chiamiamo ‘buco’ è in realtà un’area dove la corona del Sole è più scura e più fredda delle zone circostanti. Anche il plasma possiede qui una densità inferiore. Dalla Nasa assicurano che il Sole, e di conseguenza la Terra, in presenza di un buco coronale non corre alcun pericolo

In Patagonia scoperto Gualicho, un dinosauro mai ‘visto’
Gualicho con i suoi 90 milioni di anni rischia di mettere a dura prova il lavoro di paleontologi e archeologi. Si tratta un dinosauro di una specie mai ‘osservata’ prima, protagonista sulla Terra durante il tardo Cretaceo. L’esemplare rinvenuto in Patagonia nel 2007 è stato ricostruito ed esposto nel museo di paleontologia di Buenos Aires. Alto circa 6 metri, Gualicho era un esemplare di dinosauro teropode che non pesava meno di 450 chilogrammi. Le sue zampe anteriori erano molto piccole, armate di due soli artigli. Le zampe posteriori, molto più grandi, gli permettevano, con molta probabilità, un’andatura eretta. Se proprio bisogna trovargli una somiglianza, allora, l’esemplare che più gli si avvicina è il T-rex. Le dimensioni sono però molto più ridotte. Proprio come il Tirannosauro anche Gualicho era un esemplare carnivoro.

Niente Pokemon Go per gli astronauti
Sta dilagando in tutto il mondo la passione sfrenata per Pokemon Go, la app-videogioco che, con la realtà aumentata, ha scatenato ovunque una caccia al tesoro interattiva e ininterrotta. Pokemon Go, però, è stato vietato agli astronauti in servizio sulla Stazione spaziale internazionale. In realtà non era certo venuto in mente a loro di cimentarsi con la Pokemon-mania, ma ci ha pensato una giornalista di The Verge a interpellare l’agenzia spaziale, solleticata dall’idea dell’imbattibilità di chi potrebbe vedere i Pokemon dalla prospettiva privilegiata dello Spazio. La Nasa ha allora chiarito che gli smartphone di bordo sono usati solo e soltanto per scopi scientifici.

Cygnus sarà anche la navetta del futuro
La navetta automatica Cygnus porterà rifornimenti e strumenti sulla Stazione spaziale internazionale ancora per molto tempo. Thales Alenia Space, la joint venture franco-italiana tra Thales e Leonardo-Finmeccanica, ha annunciato di aver firmato un contratto con la statunitense Orbital ATK per la fornitura di nove nuovi moduli pressurizzati. L’annuncio è stato dato l’11 luglio in Gran Bretagna, durante il Farnborough International Airshow. Intanto, il prossimo viaggio della navetta avverrà dopo il 22 agosto, quando Cygnus porterà in orbita i rifornimenti necessari per le missioni 48 e 49.

di Antonella Salini, giornalista professionista

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