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Calabrese: “Aifi e Sifir obiettivi e strade comuni”

Medici, fisioterapisti e terapisti occupazionali si sono incontrati a Roma nell'ambito del convegno ‘Neuroplasticità, apprendimento e riabilitazione'

Pubblicato:22-06-2018 13:01
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:17

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ROMA -Medici, fisioterapisti e terapisti occupazionali si sono incontrati a Roma nell’ambito del convegno ‘Neuroplasticità, apprendimento e riabilitazione’. Per capire gli obiettivi della giornata formativa l’agenzia Dire ha intervistato Connie Calabrese, presidente nazionale di SIFIR e presidente di AIFI Campania.

– Presidente, il convegno ‘Neuroplasticità, apprendimento e riabilitazione’ che si è svolto a Roma ha visto alternarsi diverse sessioni, alcune pratiche

“Il panel dei relatori è stato di spessore e ha contribuito a stabilire un buon confronto tra tutte le figure che afferiscono alla riabilitazione: dai medici ai fisioterapisti, che prendono in carico il malato e hanno lavorato in modo sincrono per individuare la modalità migliore di presa in carico del paziente. Inoltre, a seconda della tipologia dei pazienti, va evidentemente individuata la migliore proposta terapeutica che può effettivamente determinare una modifica del substrato ovvero un cambiamento dei tessuti, più o meno stabile. A seguito di questo lo specialista deve far in modo che l’esercizio risulti efficace per la cura specifica della patologia. All’interno del convegno sono state presentate relazioni importanti e propedeutiche al confronto dei casi clinici sia del bambino che dell’adulto. Si è parlato anche della medicina traslazionale in riabilitazione, una specialità che nasce dai banchi della biologia, cioè dalle scienze pure, e arriva al letto del malato per portare buone pratiche e poi torna ai banchi per essere verificata. Si tratta cioè di portare avanti il tentativo di mettere in relazione gli outcome funzionali, riabilitativi e molecolari così da dare specificità alla nostra proposta terapeutica e all’esercizio che noi proponiamo per poi misurare l’efficacia dell’esercizio stesso”.

– Per fugare alcuni luoghi comuni: quali sono le principali differenze tra fare attività fisica ed esercizi di riabilitazione?

“Non è detto che l’esercizio fisico corrisponda a un esercizio terapeutico. Dobbiamo inoltre fare una distinzione tra l’operatore che deve somministrare l’esercizio fisico e l’operatore deve somministrare l’esercizio terapeutico. Un esercizio è terapeutico quando modifica il tessuto su cui agisce e quando raggiunge una modifica plastica, ad esempio del tessuto celebrale e osseo, e ha una funzione riabilitativa sul paziente. Diverso è invece il training fisico, di competenza di un altro specialista che è laureato in Scienze motorie e non afferisce al settore della riabilitazione. Rientrano invece in questa area, oltre al fisioterapista, tutte le altre figure che partecipano al processo riabilitativo come i terapisti occupazionali, i logopedisti e i fisiatri. L’obiettivo terapeutico e sinergico è quello di dosare l’esercizio in relazione al paziente per poi misurare il risultato”.


– Quali sono i progetti futuri di SIFIR e quale il suo rapporto con AIFI?

“Il rapporto tra queste due realtà è molto stretto: infatti parlo sia come presidente nazionale di SIFIR sia come presidente di AIFI Campania. Detto ciò, come Sifir ci siamo costituiti con altre associazioni tecnico-scientifiche come la Federazione italiana associazioni scientifiche di fisioterapia, questa federazione è nata nel pieno rispetto della legge Gelli e riunisce 4 realtà. Abbiamo chiesto al Ministero di essere riconosciuti come associazioni di categoria, pensiamo di avere le caratteristiche ma naturalmente stiamo aspettando risposta. Dall’altra parte AIFI, con la nascita dell’albo, sta attraversando un processo di trasformazione in associazione tecnico scientifica e anche AIFI ha chiesto per questo al Ministero l’iscrizione. Per entrambe le realtà non abbiamo risposte. Guardando al futuro, AIFI e SIFIR a medio termine potrebbero collaborare ancora più intensamente”.

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