ROMA – “La sinistra e’ difendere il lavoro. Non e’ un’espressione topografica”. Carlo Calenda risponde al collettivo Wu Ming e a Nichi Vendola. I primi hanno rifiutato a malo modo un confronto sulle politiche progressiste. “Non ce ne frega niente”. Vendola ha fatto di Calenda (‘Sinistra Calenda est’) il simbolo della sinistra che tradisce se’ stessa. Intervistato dalla Dire Calenda, capolista della lista Pd-Siamo europei nella circoscrizione Nord est, replica con durezza: “Non entrano mai nel merito. Essere di sinistra e’ investire sul lavoro, sulla produzione, sulle competenze. E’ quello che ho fatto io da ministro, peraltro risolvendo 88 crisi aziendali e salvaguardando 107mila posti di lavoro. Questi raramente hanno fatto qualcosa per i lavoratori“.
Il collettivo di scrittori, e l’ex leader di Sel “si riempiono la bocca di una parola, ‘sinistra’, che per loro e’ un’espressione topografica piu’ che un’espressione di contenuto. E quando, come nel caso di Wu Ming dico ‘bene facciamo un confronto’, rispondono: ‘Noi ce ne fottiamo di sapere cosa pensi’. E allora bisogna stare attenti. Perche’ i difensori della democrazia che rifiutano il confronto, sa un po’ di falso”.
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