ROMA – “Aladdin” torna al cinema ‘in carne e ossa’. A dirigere la versione live action del famoso cartoon Disney, nelle sale dal 22 maggio, Guy Ritchie (Sherlock Holmes, Operazione U.N.C.L.E.), mentre nei panni del ragazzo di strada, innamorato della figlia del sultano, troviamo Mena Massoud (Jack Ryan). La storia è oramai nota ai più: Aladdin vive per strada insieme alla sua scimmietta Abù, ma la sua vita ‘da straccione’ sta per cambiare. Venuto in possesso di una lampada magica avrà a disposizione 3 desideri che un genio al suo servizio si impegnerà ad esaudire. A intralciare i piani del giovane e il sogno d’amore con la principessa Jasmine, interpretata da Naomi Scott (Power Rangers), ci penserà il perfido Jafar (Marwan Kenzari), un malvagio stregone che escogiterà un piano diabolico per destituire il Sultano e regnare su Agrabah.
Nella nuova veste, “Aladdin” mantiene il suo carattere esuberante e variopinto, fatto di imponenti e colorate coreografie, animate da una splendida colonna sonora (quasi identica a quella del ’92), che ha fatto la storia del cinema d’animazione. Ma se nella versione cartoon della pellicola a dare la voce al personaggio del Genio c’era uno ‘spumeggiante’ Gigi Proietti, nel live action il grande attore ha scelto di animare il personaggio del più dimesso sultano. Il ‘gigante buono’ dalla pelle blu ha questa volta le sembianze dell’attore e cantante americano Will Smith, doppiato in Italia come di consueto da Sandro Acerbo. L’istrionico ‘principe di Bel Air” porta la sua carica sul set, ma non riesce a reggere il confronto con la versione animata del suo personaggio, più divertente nelle gag e caricaturale nel linguaggio. Se le canzoni coinvolgono lo spettatore, che sulla spinta del sentimentalismo ‘amarcord’ non può non intonare le celebri melodie, a bloccare l’immersione totale nella pellicola è il doppiaggio decisamente non riuscito. Vince invece la svolta “femminista” della pellicola, che cavalca l’onda del #metoo attraverso una principessa Jasmine (doppiata nella versione italiana dalla finalista di X Factor 2018, Naomi Rivieccio) volitiva e determinata, vera protagonista del film, sebbene il suo incedere canoro alla ricerca dell’autodeterminazione risulti allo spettatore a tratti ridondante.
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