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Governo, Esposito: “Contratto quello? Conte avrebbe bocciato Di Maio e Salvini”

Il direttore della Scuola Anticorruzione di Salerno 'boccia' il contratto giallo-verde: troppe cose e poca chiarezza

Pubblicato:22-05-2018 16:07
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:55

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ROMA – Se gli studenti Di Maio e Salvini, a un esame universitario, avessero portato l’accordo di governo giallo-verde come esempio di contratto “il professor Conte li avrebbe sicuramente bocciati”. A dirlo è Gianluca Maria Esposito, direttore della Scuola Anticorruzione e Appalti nella Pa dell’Università degli Studi di Salerno e docente di diritto amministrativo, intervistato dalla Dire.

“Elementi essenziali di un contratto, da un punto di vista giuridico- spiega Esposito- sono gli obblighi che assumono le parti e che nell’intesa tra Movimento 5 stelle e Lega mancano completamente”. Il direttore della Scuola Anticorruzione di Salerno definisce quel documento come “una Carta di intenti, una somma di enunciati privi di portata cogente”.

Insomma l’intesa siglata dai vincitori delle elezioni del 4 marzo “non ha nulla a che vedere” con l’istituto giuridico del contratto, è “un impegno declinato al futuro, un accordo politico interno alle forze”. Anche il riferimento alla Germania è fuorviante perché il contratto tra Cdu e Spd si fondava “su un documento di quasi 200 pagine nelle quali oltre agli interventi di legge venivano definite le coperture finanziarie e le tempistiche di attuazione”.


In quello giallo-verde, invece, “non c’è alcuna chiarezza” perciò ne consegue “un grande pericolo nella fase attuativa: a quale progetto dare precedenza?”, si chiede il direttore della Scuola Anticorruzione. Con una materia “così vasta e con la limitatezza di risorse pubbliche il rischio di collisione” tra Salvini e Di Maio è dietro l’angolo data anche “la maggioranza risicata” al Senato.

Esposito non imputa responsabilità ai due leader perchè “non sono tecnici nè giuristi”, piuttosto “chi ha partecipato al tavolo non ha interpretato correttamente” la volontà politica delle due forze. Il professor Esposito, infine, ritiene che, anzichè presentare una Carta d’intenti di 50 pagina, forse “sarebbe stato meglio mezza pagina con 5 punti fondamentali” accompagnati “dalle risorse e dai tempi di attuazione”.

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