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In arrivo 500 milioni di euro per l’ammodernamento della tratta ferroviaria ionica

Secondo il cronoprogramma sancito dal protocollo d’intesa firmato dalla Regione Calabria, ministero delle Infrastrutture e Rfi, i lavori partiranno a giugno

Pubblicato:22-05-2017 11:11
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:15

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REGGIO CALABRIA – E’ stato firmato un protocollo d’intesa tra Regione Calabria, ministero delle Infrastrutture e Rete ferroviaria italiana (Rfi) che prevede l’investimento di 500 milioni di euro per la linea ferroviaria ionica.  I lavori partiranno a giugno per concludersi in quattro anni.

Nel resto della Calabria, intanto, la tratta ferroviaria tirrenica aspetta l’alta velocità e gli aeroporti attualmente in funzione sono tre.

PER LA FERROVIA IONICA UN’ATTESA LUNGA 150 ANNI

“Quello che abbiamo sottoscritto non è né una promessa, né un auspicio, né un desiderio, ma un investimento concreto, che non è esagerato definire storico. Investimenti di questa portata non se ne realizzavano in Calabria da 150 anni, dai tempi di Cavour, per intenderci”. Lo ha detto il Presidente della Regione Calabria Mario Oliverio durante la cerimonia della firma del protocollo d’intesa, alla presenza del ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio, che prevede investimenti – stante quanto si legge sul sito di Fs – per oltre 500 milioni di euro destinati all’ammodernamento e la velocizzazione della linea ferroviaria ionica. 150 anni di attesa per avviare i lavori di ammodernamento di un tratto ferroviario, a binario unico, da Reggio Calabria a Taranto (472 km), pensato nel 1865 e completato nel 1875.


Da allora solo pochi accorgimenti sono stati adottati dal Regno d’Italia e poi dallo Stato Italiano. Ad oggi l’elettrificazione riguarda solo i tratti da Reggio Calabria a Melito Porto Salvo (RC) e da Sibari (CS) a Taranto, mentre restano inesorabilmente il binario unico, le gallerie e i viadotti che caratterizzano tutto il tracciato realizzato nella prima fase post-unità d’Italia, ma con Cavour già scomparso (1861).

Secondo il cronoprogramma sancito dal protocollo d’intesa firmato dalla Regione Calabria, ministero delle Infrastrutture e Rete ferroviaria italiana (Rfi), i lavori partiranno a giugno per concludersi in quattro anni. L’investimento, in sintesi, è finalizzato a velocizzare la linea ferroviaria ionica attraverso il completamento dell’istituzione del Rango di velocità ‘C’. Attraverso questo investimento per Oliviero: “la zona ionica della Calabria uscirà dall’isolamento”. Proprio sulla fascia ionica calabrese il tratto ferroviario serve, tra l’altro, Catanzaro, capoluogo di regione, e Crotone capoluogo di provincia.

 FERROVIA TIRRENICA IN ATTESA DELL’ALTA VELOCITÀ

La recente firma in Calabria del protocollo d’intesa riaccende i riflettori sul sistema dei trasporti nella regione. Sul versante tirrenico, da Battipaglia a Reggio Calabria, i lavori della tratta ferroviaria partirono nel 1883 per concludersi nel 1895, colmando gran parte del vuoto infrastrutturale da Napoli verso la punta estrema dell’Italia.

Strategicamente la dorsale tirrenica ha avuto uno sviluppo più omogeneo rispetto al versante ionico calabrese, grazie a successivi interventi che resero la linea sempre più moderna ed economicamente più funzionale. A giocare un ruolo determinante è stata soprattutto la Sicilia con un considerevole traffico merci e di passeggeri.

Oltre al raddoppio della linea, la completa elettrificazione e alcune varianti nel tracciato per differenziare il traffico merci da quello dei passeggeri, l’attuale linea tirrenica ferroviaria soffre, però, di un forte limite. Ad oggi in Calabria non esiste l’alta velocità ferroviaria, una condizione che blocca gran parte del traffico passeggeri e rende più lunga la durata dei viaggi da e per la Calabria. In attesa di colmare anche questo gap infrastrutturale, la soluzione è stata quella di eliminare alcune fermate, compresa quella di Napoli, per accorciare i tempi di percorrenza tra Reggio Calabria e Roma di un treno mattutino.

TRE AEROPORTI PER UNA REGIONE

Lamezia Terme (CZ), Reggio Calabria e Crotone. Sono tre gli aeroporti presenti in Calabria a cui, stante un recente piano aeroportuale approvato dal Consiglio regionale, si sono aggiunti altri due possibili siti: Sibari e Scalea, ancora in fase di progettazione. Tre scali per una regione che si avvia alla gestione unica dei suoi aeroporti. Sarà la Sacal, società che già gestisce Lamezia e vincitrice di un bando dell’Enac, a coordinare infatti anche Reggio Calabria e Crotone. Lamezia, scalo di interesse strategico ed internazionale, rappresenta in regione il punto di riferimento principale per arrivi e partenze. Geograficamente al centro della Calabria, l’aeroporto di Lamezia è in grado di soddisfare un’utenza che si aggira intorno ai 2 milioni di passeggeri annualmente.

Le diverse compagnie aeree, nazionali ed estere, garantiscono, inoltre, collegamenti con le principali città italiane e straniere. Secondo aeroporto calabrese, per volumi di passeggeri, è quello di Reggio Calabria: l’Aeroporto dello Stretto – Tito Minniti (aviatore militare, morto nella II guerra mondiale). Lo scalo nasce su una precedente pista militare poi convertita in civile per soddisfare le esigenze di Messina e Reggio Calabria, città con un bacino d’utenza di circa 700.000 abitanti. Al momento in fase di riorganizzazione societaria per la gestione, l’infrastruttura è servita da due tratte, Roma e Milano. Terzo scalo aereo è il Sant’Anna di Crotone, nato per dare maggiore rilancio alla vocazione turistica della fascia ionica calabrese, ma mai entrato nella piena operatività. Ad oggi si attende l’avvio della nuova fase gestionale per la programmazione di nuovi voli.

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