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Salvini: “Polemiche per foto mitra fondate sul nulla”. Ma su Twitter il grido è: “Licenzia Morisi”

Il ministro dell'Interno glissa sulla polemica della foto col mitra che ha investito il suo spin doctor Luca Morisi, di cui tanti invocano le dimissioni: "Fanno polemica anche se posto i peluche, è la strada giusta"

Pubblicato:22-04-2019 11:15
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 14:23
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ROMA – “Sono polemiche fondate sul nulla. Stamattina ho pubblicato la foto di tre peluche che ho portato in gita per mia figlia e hanno polemizzato anche sui peluche. Se la sinistra si attacca alle foto per polemizzare, allora vuol dire che stiamo lavorando bene”. Matteo Salvini, vicepresidente del Consiglio e ministro dell’Interno, lo dice da Pinzolo (Trento), su RaiNews24.

La polemica di cui parla il ministro dell’Interno è quella esplosa ieri, nel giorno di Pasqua, dopo che il suo spin doctor Luca Morisi ha pubblicato sui social una foto (qui sotto) che lo ritrae insieme a ‘capitan’ Salvini che imbraccia un mitra accompagnandola con un post di questo tenore ‘Fanno di tutto per gettare fango sulla Lega ma noi siamo armati contro gli attacchi’. L’immagine (che in realtà è vecchia, non è stata scattata ieri) e il post hanno suscitato un vespaio di polemiche con molti che si sono indignati e hanno gridato all’incitazione alla violenza, tanto più nel giorno di Pasqua. Qualcuno ha invocato il reato di istigazione a delinquere. Le polemiche non accennano a placarsi neanche oggi, con l’hashtag ‘#Licenzia_Luca_Morisi_ che è tra i primi trend topic.

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FRATOIANNI: “MESSAGGIO PERICOLOSO, ALLONTANARE MORISI”

Tra i primi ieri a indignarsi contro Morisi e contro uno stile comunicativo ‘pericoloso’ è stato il deputato Nicola Fratoianni di Sinistra italiana. Su Facebook ieri ha scritto: “Un consigliere ministeriale del ministro dell’interno non si può permettere di scrivere sui social ‘noi siamo armati’, postando una foto su Facebook con Salvini con un mitragliatore in mano. Ha lanciato un messaggio minaccioso, pericoloso, istigatore di possibili future violenze. Questo Paese non può permettersi un personaggio simile al Viminale. Non basta che cancelli il post. Venga subito allontanato, senza se e senza ma”-.

E oggi Fratoianni ha rincarato la dose: “Salvini è abituato a fuggire”, ma “quando un proprio consigliere ministeriale lautamente pagato con soldi pubblici, con uffici al Viminale minaccia sfacciatamente l’opposizione parlando di armi, Salvini non può far finta di nulla o fare battute insensate”. E conclude: “Ci aspettiamo che nelle prossime ore il consigliere ministeriale Morisi sia allontanato dal ministero dell’Interno. Stia sereno Salvini, questa vicenda non può finire certo a tarallucci e vino…”.

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SAVIANO:  “MESSAGGIO AGGHIACCIANTE, DENUNCIAMOLO TUTTI PER ISTIGAZIONE A DELINQUERE”

Non è mancata la presa di posizione di Roberto Saviano, che ancora una volta ha tuonato contro il ‘ ministro della mala vita” e contro Morisi dicendo: “Questo signore è quello che suggerisce a Salvini i suoi rutti sui social. Oggi, con questo post, Morisi decide di minacciare l’opposizione al #MinistroDellaMalaVita con un’immagine che lascia poco all’immaginazione: Salvini armato e con dietro uomini in divisa. Messaggio chiaro per chiunque lo critichi. Messaggio eloquente e agghiacciante”.  E ancora: “Luca Morisi è una persona pericolosa, ma di questo pericolo dovrebbe occuparsi il suo datore di lavoro. Difficilmente lo farà.
Ma noi, Morisi, non abbiamo paura. Un giorno lei risponderà del male che sta seminando. Nel frattempo spero che qualcuno la cacci via e la processi per istigazione a delinquere, reato procedibile d’ufficio e che quindi ognuno di noi può denunciare. Vi invito a farlo”.

PASCUCCI (IIC): “SALVINI LICENZI MORISI E RESTITUISCA I 49 MILIONI”

“Nel giorno di Pasqua il ministro dell’interno e vice premier dell’attuale governo si è fatto ritrarre con un mitra in mano dal suo consigliere strategico per la comunicazione, pagato con i soldi degli italiani per soffiare sul vento dell’odio e della provocazione. Sarebbe il caso che Salvini licenziasse questi fenomeni della comunicazione che gravano 400mila euro l’anno sulle casse dei cittadini e che servono solo ad incrementare la campagna di selfie e annunci costruita per esaltare il vuoto di idee di questo governo”. Lo afferma in una nota Alessio Pascucci, coordinatore nazionale di Italia in Comune.

“I soldi pubblici spesi dal Viminale per uno staff comunicazione che si permette di esaltare un ministro con in mano un mitra sono un’offesa a tutti gli italiani. Invece di costruirsi l’immagine di pecorella innocente e vittima di attacchi il ministro Salvini pensi a come restituire subito i 49 milioni di euro che la Lega Nord ha rubato agli italiani, approfittando di un accordo con la procura per restituirli in 80 anni allo Stato a condizioni che nessun povero italiano potrebbe avere per acquistare una casa di proprietà”, conclude Pascucci.

PATRIARCA (PD): “LA SITUAZIONE GLI STA SFUGGENDO DI MANO”

“Ma Salvini ci fa o c’è? Quando imbraccia il mitra, soprattutto nel giorno di Pasqua, l’impressione è che il ministro dell’Interno non sappia bene quello che sta facendo”. Lo afferma il senatore del Pd Edoardo Patriarca. “Salvini faccia una chiacchieratina col suo spin doctor Morisi perché ho l’impressione che la situazione gli stia sfuggendo di mano”, conclude Patriarca.

BONELLI (VERDI): “SALVINI NON LE FACCIA LA GUERRA E CACCI MORISI”

“Roma è la capitale d’Italia e il vergognoso gioco politico di Salvini mira ad affossare la città per andare ad elezioni subito, non c’è niente che interessi a Salvini della vita dei romani se non le sue sciocche polemiche con la sindaca Raggi”. Lo dichiara Angelo Bonelli, coordinatore nazionale dei Verdi ed esponente di Europa Verde, a proposito della polemica sulla sicurezza di Roma.

“È opportuno che Salvini cessi l’ostilità nei confronti di Roma”, dice ancora Bonelli, e “piuttosto concentri le sue attenzioni su quello che scrive e pubblica il suo capo comunicazione Morisi che incita alle armi e posta le foto del ministro con tanto di mitra: in nessun paese d’Europa un ministro degli Interni acconsentirebbe a simili comportamenti, ma come è noto al Viminale piace guardare indietro al ventennio che fu”, conclude Bonelli.

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